sabato 31 gennaio 2009

Zanzibar

L’impero commerciale omanita raggiunse il suo splendore nel corso del Settecento quando le flotte mercantili dominavano le rive occidentali dell’India e i suoi territori del Baluchistan e le coste orientali dell’Africa in particolare; spezie, oro e merci di ogni sorta, nonche’ il commercio degli schiavi, affidato agli indiani. I libri di storia nelle scuole arabe ancora ricordano il ‘Saltanet Masqat Oman wa Zenjebar’. L’autonomia e l’indipendenza degli anni Sessanta e l’unificazione con il Tanganyika nell’attuale Tanzania, non hanno intaccato il secolare legame tra Oman e Zanzibar.
A Muscat si trova il piccolo museo privato Beit Adam, visitabile su appuntamento, che presenta una rara collezione di portolani, mappe, monete e documenti postali e una ricca sezione dedicata all’Oman in Est Africa.
Circa il trenta per cento della popolazione omanita si divide tra Zanzibar e Muscat o Salalah, ed e’di madre lingua swahili. Non e’raro che all’interno di uno stesso nucleo familiare piu'figli abbiano passaporti diversi e che giovani omaniti scoprano di avere a Zanzibar un certo numero di fratelli e sorelle a loro sconosciuti, nati da matrimoni poligami.
Dalle isole arrivano sapori intensi di pietanze a base di pesce, cocco e chiodi di garofano, melodie taraabu, danze, percussioni e riti magici.

martedì 27 gennaio 2009

Muscat Festival

Dal 1998 tra gennaio e febbraio ha luogo ogni anno il Muscat Festival, una rassegna di manifestazioni culturali, commerciali e di promozione turistica e artigianale.
Data l’estensione della capitale, una moderna metropoli senza piazze lunga sessanta chilometri, gli organizzatori hanno scelto tre siti principali dove concentrare le attrazioni e accogliere i visitatori: la spiaggia di Seeb e gli immensi giardini pubblici di Naseem Park a nord e del piu’centrale Qurum Park. Parchi veri, nel deserto, con prati fioriti e grandi alberi, dove centinaia di giardinieri curano,- qui e in tutta la citta’- spettacolari aiuole fiorite e dai colori sgargianti, grazie ad un efficace impianto di riciclo delle acqua provenienti dagli scarichi della rete idrica urbana. Bouganvillee, portulacche, dalie, petunie, e mille altri petali profumati secondo il desiderio del sultano, per tutti i suoi sudditi e per gli stranieri ospiti dell’Oman.
Il calendario prevede spettacoli folkloristici e circensi da tutto il mondo, teatro, animazione per i bimbi, concerti, tornei sportivi, parate equestri e corse di cammelli. Vado a curiosare nelle tiepide serate, in compagnia di amiche danzatrici. Cediamo subito alla gola di una porzione di halwa, una dolcissima gelatina caramellata e speziata che si mangia calda, preparata al momento su fuoco vivo di legno di palma.
Al padiglione per sole donne troviamo centri estetici, palestre, sartorie, arredi per la casa, fioristi. Conta il fatto che si tratta di piccole aziende create e gestite da giovani e dinamiche omanite, tra le quali salutiamo Nadia, spiritosa organizzatrice di eventi e sfilate di moda. Tra gli stand dei vari Paesi si possono fare acquisti in tema: da Aleppo il sapone all’olio di oliva e alloro per i massaggi negli hammam, e poi olio di argan dal Marocco per la pelle e i capelli, curcuma in polvere da mescolare con il miele di montagna al cumino, proposto da rudi yemeniti con pugnali d’argento, olio di serpente per i capelli, olio di squalo dall’Iran, mirra, oud e boukhur locali. Lasciamo all’India il kohl per gli occhi a base di ghee, dall’odore (e gusto) per noi sgradevole e preferiamo seguire una banda di tamburi e cornamusa. Arriviamo nei pressi di un palco sul prato. Le sedie per gli spettatori sono divise in settori separati, da una parte gli uomini, e dall’altra le donne e le famiglie. Nei luoghi pubblici e di ritrovo si rispettano in questo modo codici culturali molto radicati. Una donna puo’sedersi dove vuole mentre l’uomo verra’ allontanato se non rispetta la privacy della comunita’ femminile.

C’e’un gruppo di ballo che arriva dalla citta’di Salalah, dove la popolazione ha radici a Zanzibar e le danze beduine attorno al fuoco si intrecciano con lo spirito dell’Africa. Ammiriamo i costumi e la leggerezza di passi e movimenti. La danza non ha una vera coreografia ma si affida all’esperta improvvisazione di un corale e scherzoso corteggiamento. Tutte le appassionate di tribal bellydance, che vanno alla ricerca della danza perduta, sappiano che quella fonte e’qui e ora! Ho cercato in rete, ma niente del genere e' disponibile e mi riprometto di tornare sul tema. (Al momento c'e' qualche difficolta' a caricare la video ripresa a causa della connessione lenta).




domenica 25 gennaio 2009

ElIskandariya, Misr

SILENZIO
Conosco una città
che ogni giorno s'empie di sole
e tutto è rapito in quel momento
Me ne sono andato una sera
Nel cuore durava il limio
delle cicale
Dal bastimento
verniciato di bianco
ho visto
la mia città sparire
lasciando
un poco
un abbraccio di lumi nell'aria torbida
sospesi
.
Cosi’ Giuseppe Ungaretti lasciava Alexandria, dov'era nato. Forse non incontro’ mai il suo concittadino Kostantinos Kavafis, languido e intimista.

PER QUANTO STA IN TE:
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balia del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.

Questa volta fa un certo effetto arrivare qui dall’Arabia piuttosto che dal Cairo o dall’Europa. La luce diversa, citta’ convulsa e decadente, eppure c’e’ anima; dal soggiorno di casa si vede il Mediterraneo. Anche noi ripartiamo una sera, l’aereo per Doha e’quasi un sollievo. Poi per nostalgia la guardo attraverso gli occhi affettuosi del gruppo di Amicale Alexandrie Hier et Aujourd’hui di Ginevra...Nelle foto, la moschea di Abu El Abbas e la baia vista dal Club Greco. http://www.aaha.ch/

giovedì 22 gennaio 2009

Le perle del Bahrein

I ‘due mari’ erano noti fin dall’epoca di Gilgamesh e gia’i mercanti fenici e i guerrieri macedoni di Alessandro il Grande conoscevano l’arcipelago e le tracce degli antichi e e misteriosi culti della civilta’di Dilmun. L’incontro fra le acque salate del Golfo Arabico e quelle dolci delle sorgenti sotterranee crea l’habitat ideale per la crescita di splendide perle naturali.
Anche Ibn Battutah, intrepido pellegrino arabo partito dal Marocco nel 1325, nel suo viaggio fino alla Cina raggiunse le isole del Bahrein. Il racconto sui pescatori di perle e’ contenuto nelle memorie di viaggio raccolte da uno scriba andaluso: ‘Tohfat Elnuddhar fi Gharaeb Elamsar ‘ o ‘Le meraviglie delle magie nei viaggi piu’strani’, introvabile in italiano.
Oggi alle perle si aggiunge l’ immensa ricchezza del petrolio e un dinamico clima economico. Per noi l’occasione di viaggio e’ data da un lungo ponte festivo e il pretesto quello di incontrare Yasser, un amico che Tamer non vede da dieci anni. Troviamo la capitale straordinariamente congestionata dal traffico: migliaia di sauditi hanno scelto come noi di trascorrere le ferie a Manama, sono arrivati in macchina attraverso il lungo ponte - ‘King Fahd Causaway’ di 25 chilometri - che collega l’isola alla terraferma. Affollano i centri commerciali e si riversano nei cinema multisala, un passatempo vietato in Arabia Saudita.



Alti e snelli nelle loro thoub bianchissime, gli uomini incedono con passo lento e portamento fiero. Giovani, il viso perfettamente rasato, lo sguardo rilassato e altero nello stesso tempo. Mai un gesto fuori controllo, mai un tono di voce oltre misura. Passeggiano con amici o accompagnati da mogli o fidanzate al fianco. Le coppie sono incantevoli, lei silenziosa lascia ondeggiare l’abaya nera riccamente decorata di paillettes, mentre si specchia, inespressiva, nelle vetrine. Dallo strascico di seta a volte emergono preziosi sabot tempestati di cristalli o lussuriose chanel rosso fuoco dai tacchi a spillo, con i minuscoli pendenti che decorano il cinturino intorno alla caviglia, nascosto dall’orlo dei jeans attillati. Ai piedi, unghie sempre laccate di nero e piccoli anelli argentati alle dita.
Le mani talvolta sono fasciate da guanti in raso o completamente dipinte fino ai polsi con arabeschi fioriti di henna rossa o nera. Le dita ingioiellate da ricche pietre, le ultime falangi ricoperte di henna scura, l’accurato manicure di lacca nera o amaranto, con fiori e strass.
Con abile scioltezza le ragazze si aggiustano il velo nero che avvolge il capo, come per dare volume alla cornice e mettere in risalto il viso. Alcune aggiungono un altro velo e lasciano intravedere solo gli occhi; altre lasciano che il velo copra solo lo chignon di capelli neri per ricadere sulle spalle. Sottobraccio, minuscole pochette coordinate alle calzature.
Il trucco del viso mette in risalto lo sguardo, con occhi e sopracciglia intensamente dipinti di nero in contrasto con la pelle bianchissima o ambrata. Serve a proteggersi dalla luce solare intensa, schermata anche da grandi occhiali da sole che tra l’altro proteggono lo sguardo da occhiate indiscrete.
La solenne indifferenza del passeggio viene a volte interrotta da una chiamata al cellulare; qualche sorriso di cortesia o lo stupore davanti alle vetrine opulente delle boutiques. Impossibile cogliere le parole delle conversazioni, neppure quando si spostano in gruppo di quattro o cinque, tra amiche o sorelle, tutte insieme e mai discostate una dall’altra, impegnate in un festoso cicaleccio intorno ai commessi dei negozi o ai tavolini delle caffetterie.


Cosi’ trascorrono le giornate.
Vorrei esplorare qualche spiaggia deserta per raccogliere piccole cipree ma l’invito ad un pic nic tra amici modifica il piano. Ripiego nel pomeriggio sull’acquisto di certi deliziosi biscotti di riso e zafferano di origine iraniana, che credo di trovare tra i forni artigianali del quartiere sciita, al centro della citta’. Delusa, ora e’un vecchio girocollo tribale afghano ad attirare la mia attenzione, chiedo al negoziante di poterlo esaminare con una lente. Le monete pendenti riportano il nome dell’ultimo re Zafer Shah e alcune date. I caratteri incisi sono arabi nella variante della lingua dari. Tutti questi particolari aumentano il valore dell’oggetto venduto a prezzo basso, ma ormai impigrita, rinuncio all’acquisto; scelgo piccole cose da regalare e lo segnalo al mercante. E’una buona persona, e mi stupisce vedere chincaglierie indiane di plastica dorata in vendita altrove al triplo del prezzo di quel vero gioiello.
Un te’alla menta all’ora del tramonto per ammirare lo skyline della citta' da vecchie fortezze di pietra.


sabato 17 gennaio 2009

Bellezza



Zahrah Arafat, attrice del Bahrein, Haifa Wehbe, cantante libanese, e le mille e una Leila, Thuraya, Zulaikhya di queste terre, avvolte con superbia nella seta nera di una abaya.


venerdì 16 gennaio 2009

Il Sultano



Ogni anno il sultano Qaboos compie dei viaggi per incontrare sudditi e funzionari locali all’interno del Paese. Tutti possono incontrarlo e avere ascolto, presentare le proprie istanze: il percorso di rinascimento intrapreso da tempo vuole assicurare prosperita’, benessere e successo anche nei villaggi piu’remoti.
Nessuna reggia, ne’palazzo ne’ fortezza, bensi’ uno spartano accampamento con tende, cavalli e stendardi, dove riaffiora la solida natura tribale del popolo omanita.
Il sultano ha sempre modo di manifestare la sua generosita’, - anche con doni e somme in denaro - e un nostro conoscente omanita ci ha descritto con gran semplicita’ la sua esperienza; lo scorso anno era giunto al campo nei pressi del villaggio di Bidbid tra una cinquantina di persone radunate nell’attesa di vedere sua maesta’ uscire dalla tenda per un saluto. Tra i tanti, egli sceglieva di avvicinare il giovane. Dopo avere chiesto notizie sul lavoro, sulla famiglia, sulla salute, ordinava ad un assistente di consegnare una cospicua somma di real custodita da un prezioso scrigno, il tradizionale mandoos.
Non e’questo il solo modo con cui il sultano cerca di manifestare la condivisione della richezza del Paese; ad ogni cittadino – ad esempio - e’garantita per diritto, al momento della nascita, la proprieta’di tre terreni.
Iniziative simili sono diffuse in tutta la penisola, e rappresentano la moderna testimonianza di antichi valori di solidarieta’della cultura locale.

mercoledì 14 gennaio 2009

Rime tra le dune


Sua altezza Sheikh Hamdan bin Mohammed bin Rashid al Maktoum principe dell’emirato di Dubai e’ un uomo d’altri tempi. E’ principe, cavaliere e poeta; pubblica versi romantici e patriottici con il nome d’arte Fazzaah (colui che incute timore). Khalij possiede un raro cd, ma non resta che leggerlo su Facebook; il suo sito ufficiale, per ora, e’solo in arabo.


martedì 13 gennaio 2009

Oud e boukhur

In tutta la penisola arabica profumi e incensi sono il simbolo di antica ospitalita’ ed sarebbe impensabile vivere gli impegni quotidiani e le ricorrenze familiari senza il conforto di essenze preziose.
La scelta di un profumo personale oppure dell’incenso aromatico piu’ pregiato, - in arabo ‘boukhur’ – e’ un rituale piacevole e rilassante dalla valenza sacra. Le profumerie locali come Arabian Oud, Rasasi, Alqorshy, Ajmal, accolgono i clienti con grandi incensieri posti all’ingresso che diffondono vapori balsamici dall’aroma intenso e pungente.
Grandi ampolle di cristallo trasparente contengono gli oli essenziali naturali e dopo ogni assaggio viene offerto un vaso di chicchi di caffe’. E’sempre presente una coppa di vetro piena di stemmi di zafferano.
Il termine arabo ‘oud’ indica una delle essenze piu’pregiate e costose al mondo; arriva da Malesia, India, Cambogia e si ottiene dal legno e dalle radici di agar.
Alla base dei profumi locali oltre a oud e mirra si trovano il muschio e l’ambra di origine animale e gli oli essenziali di henna, gelsomino, rosa di Jebel Akhdar, sandalo e zafferano. Raramente i profumi contengono alcool. Piace molto il doukhun , un balsamo cremoso a base di ambra e muschio, che si acquista sfuso da grandi coppe di cristallo. Ancora oggi i profumi si preparano artigianalmente dallo speziale, in arabo 'attar', con ricette segrete tramandate da generazioni.
Anche la scelta del boukhur richiede pazienza; schegge, mattoncini e polveri di oud naturale o con aromi di rosa e gelsomino si possono provare su una base di carboncini, nel piccolo incensiere di gesso, legno o metallo sempre attivo al negozio. La miscela e’segreta, si prepara con aggiunta di zucchero e polvere di conchiglie. Nelle case brucia per profumare gli ambienti e purificare l’aria. Ogni ospite a turno versera’ del boukhur, della mirra, dei mattoncini di sandalo, offerti su un vassoio alla fine dei pasti per profumare il volto e gli abiti, durante matrimoni, feste e ricorrenze religiose. A volte il boukhur si accende sul lavoro, come abbiamo visto noi in Kuwait presso gli uffici dei nostri ospiti a conclusione di una trattativa d’affari.

lunedì 12 gennaio 2009

khaliji 19



Si svolge a Muscat dal 4 al 17 gennaio la 19esima edizione della Arabian Gulf Cup di calcio. 8 squadre si contendono il trofeo del torneo nato nel 1970 ma non ancora riconosciuto ufficialmente dalla FIFA.
Poco importa, la passione sportiva ha travolto la citta’ e non c’e’omanita di eta’compresa tra zero e settant’anni che non sia coinvolto nel tifo nazionale: seri funzionari di banca su auto ricoperte da festoni, sdegnose principesse con insospettabili manicure tricolore, nugoli di bimbi festosi dal viso dipinto.
Ogni sera la superstrada Sultan Qaboos che attraversa la citta’ e’ completamente bloccata per chilometri da caroselli di auto in festa. L’Oman ha superato il Bahrein e passa in semifinale. Le aspettative sono grandi perche’ la squadra non ha mai vinto la coppa e quest’anno gioca in casa. L’ingresso allo stadio e’ gratuito e la presenza femminile sugli spalti super quella degli uomini!


mercoledì 7 gennaio 2009

Oro, Incenso e Mirra



La tradizione cristiana narra di tre Magi che giunsero a Betlemme per portare in dono oro, incenso e mirra al nuovo re.

La leggendaria resina aromatica, il biblico 'olibano', giunge ancora oggi dalle remote terre del Dhofar. Va raccolta con pazienza, aspettando che dalla corteccia incisa degli arbusti le preziose gocce divengano cristalli ambrati. L'albero di Boswellia sacra non si coltiva. E'un dono della natura.


Il 'louban' si brucia al tramonto nei graziosi incensieri colorati. Ogni sera Muscat e' immersa in un aroma antico e avvolgente.

lunedì 5 gennaio 2009

Ospitalita' orientale



Nei giorni 29 e 30 dicembre 2008 il Sultanato dell’Oman ha accolto il 29esimo summit del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC).

Nella foto, da destra, i leader dei 6 Paesi membri nella accurata presentazione dalla stampa locale: sua maesta’il sultano Qaboos Bin Said, Hamad Bin Issa Al Khalifa re del Bahrein, il custode delle due moschee sacre Abdullah Bin Abdulaziz Al Saud re dell’Arabia Saudita, Sheikh Bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Hamad Bin Khalifa Al Thani, emiro del Qatar, Sheikh Sabah Al Ahmad Al Jaber Al Sabah, emiro del Kuwait.


Tra le iniziative discusse in agenda emergono l’unione monetaria con l’introduzione di una valuta unica nel 2010, la fondazione di una banca centrale, l’introduzione di un documento unico per agevolare la libera circolazione dei cittadini (Smart Card). Prosegue inoltre il progetto per la costruzione della rete ferroviaria che sara’ operativa dal 2016. Al momento l’unica linea esisitente nella penisola si trova in Arabia Saudita, attraversa il Paese da ovest a est e collega le citta’di Ryadh e Dammam. Negli Emirati Arabi la citta’di Dubai si e’dotata di una rete di metropolitane che sara’ operativa da settembre 2009.

A coloro che hanno avuto la pazienza di curiosare la diretta TV sui canali locali, non sara’ sfuggito il suggestivo cerimoniale di benvenuto all’arrivo delle varie delegazioni presso l’aeroporto reale.
Circondato da guardie del corpo e da alcuni dignitari il sultano si fa incontro all’ospite di riguardo che scende la scaletta dell’aereo. L’abbraccio e’ fraterno, i volti alteri ed i gesti contenuti. Con dignitosa flemma gli ospiti percorrono la pensilina coperta lungo la quale i visir e gli alti funzionari attendono ordinatamente di essere presentati dal cerimoniere. Poi il gruppo raggiunge la sala di benvenuto.
Mentre i due regnanti prendono posto e intrecciano una conversazione informale i delegati siedono ai lati e i valletti porgono ad ogni convenuto una cesta di paglia con datteri, ai quali fa seguito il caffe’ versato da un bricco argentato nelle tradizionali e minuscole tazzine in porcellana e foglia d’oro, senza manico. Come segno di gradimento e amicizia piu’ di un’ospite segnala di volere altro caffe’ e con un leggero movimento del polso agita la tazzina capovolta.
E’infine il momento del commiato e del rituale dell’incenso: con una coppa fumante i cerimonieri passano discreti davanti ad ogni ospite che a sua volta agita brevemente le dita per diffondere l’aroma, profumarsi e propiziare gli eventi.

sabato 3 gennaio 2009

Muttrah corniche, Muscat

L'anno nuovo e' arrivato cosi', durante una passeggiata al tramonto sul lungomare. Il mercato diffonde aromi di spezie e di caffe', mentre la moschea sciita di Alrasul Al'azam (il profeta piu'grande) annuncia la sera con la chiamata alla preghiera.





venerdì 2 gennaio 2009

Benvenuti in Arabia





Khalij in arabo significa ''golfo''.

Nel mondo arabo indica tutto cio' che culturalmente appartiene ai popoli della penisola arabica e dei Paesi che si affacciano sul Golfo Arabico/Persico; Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar e Sultanato dell'Oman.


Uno stile di danza orientale, l'accento dialettale, l'abbigliamento tipico locale oppure la musica tradizionale saranno ''khaliji'', cosi'come tante altre curiosita'che troveranno spazio in questo blog.