sabato 29 ottobre 2011

Siamo solo noi


Siamo solo noi

che andiamo a letto la mattina presto

e ci svegliamo con il mal di testa

siamo solo noi

che non abbiamo vita regolare

che non ci sappiamo limitare

siamo solo noi

che non abbiamo più rispetto per niente

neanche per la mente

siamo solo noi...

quelli che poi muoiono presto...

Vasco






Ci siamo commossi tutti la settimana scorsa per la morte di Marco Simoncelli, che se n'e' andato cosi', come doveva essere, a duecento all'ora, in pista. Ma una cosa certa e' che ora c'e'un angelo sprintoso in piu'...Questo tragico incidente ha colpito anche color che magari non erano appassionati di superbikes, perche' era giovane, semplice, schietto e solare, suscitava affetto e fiducia.


Giovedi' pomeriggio, rientrata a casa dal lavoro ero stanca e mi sono addormentata. Al risveglio ero stralunata da un sogno: vestita di nero con una giacca di pelle e un paio di stivali, in piedi su una roccia cantavo le canzoni di Vasco, in riva all'oceano cupo. Poi, distratta, ho acceso la Tv, passavano le immagini...fuori dalla chiesa i familiari e gli amici si erano radunati per l'ultimo saluto al loro eroe, cantando 'Siamo solo noi' di Vasco, ho lasciato scorrere le lacrime.



Qui in Oman gli appassionati di superbikes (ci sono anch'io) sono molti, si radunano nel fine settimana sul ponte di Qurum con le loro moto colorate e grintose. Non abbiamo perso la nostra passione, spero sempre, un giorno di realizzare il mio progetto Muscat Salalah in moto, mille chilometri nel deserto...chissa'.



lunedì 24 ottobre 2011

Caffe' turco





L'autunno inizia ad ispirare ricordi, atmosfere intimiste e ritmi lenti, mi viene voglia di partire per Istambul e fare shopping, ballare, infilarmi nelle pasticcerie e mangiucchiare baklava, loukum e castagne arroste ai chioschi del centro nell'aria di ottobre. Forse potrei anche cedere ad un caffe' turco, che si serve gia'zuccherato in piccole tazzine senza manico, a volte profumato al cardamomo. E' un caffe' denso e sciropposo come un liquore, a me non piace, ma lo berrei per poi rovesciare la tazzina vuota e aspettare che qualche zingara legga il destino nei fondi del caffe'.



Tanya Lemani





Ozel Turkbas


Intanto mi ispiro alla galleria delle danzatrici turche piu' famose (siamo intorno agli anni 7o), che ho raccolto per la mia collezione e anche allo stile della danza, e poi ai costumi deliziosamente vintage. Fra tutte le danzatrici mi piacerebbe seguire uno stage con Sema Yildiz, la regina delle danze roma, cioe' delle zingare di Turchia. Si balla solo fra donne, e per le donne.


giovedì 20 ottobre 2011

Muscat Caipirinha




Gli amici brasiliani di Muscat sono sempre meravigliosamente ospitali e ieri sera in occasione del compleanno di Claudio in una simpatica cornice di allegria casalinga non sono mancate le specialita' brasiliane preparate dalla tenerissima moglie Rosana. Ad esempio i panini al formaggio, serviti caldi appena sfornati e la feijoada, una zuppa di legumi e pancetta, annaffiati come sempre da birra e vino a volontá'. Gente in gamba questi brasiliani, un folto team di ingegneri impegnati in una grandiosa azienda brasiliana che ha impianti in tutto il mondo. Tra le altre cose sono tutti di origine italiana! Il portoghese e' una lingua cosi' musicale e rasserenante, peccato che fossi l'unica a non parlarlo, anche Tamer lo parla fluentemente.

Ma l'autentica delizia casalinga di Claudio e Rosana e' la caipirinha, una bevanda popolare di grande semplicita': appena tre dita di succo di lime, zucchero di canna e cachaça, senza ghiaccio ne' altri orpelli, bevuta appena fresca.



Oggi T. e' partito per Francoforte, qualche giorno di ferie per incontrare la sua famiglia in arrivo da Londra, non si vedono da tempo e ci teneva molto. E' bello realizzare i desideri.

sabato 15 ottobre 2011

Turandot a Muscat



Grande successo ieri sera in occasione dell'apertura ufficiale della Royal Opera House Muscat con l'opera Turandot di Giacomo Puccini, in un contesto davvero straordinario: la regia del Maestro Franco Zeffirelli e la conduzione dell'Orchestra della Fondazione Arena di Verona da parte del Maestro Placido Domingo. Tra l'altro il Sultano, in occasione della premiere per tutta la sua corte, ha conferito ad entrambi una medaglia d'onore per la loro carriera nel mondo dell'arte.




E'stato uno spettacolo fiabesco ed emozionante: colori, costumi meravigliosi, luci... un incanto indimenticabile. Turandot e' la fiaba di una gelida e crudele principessa cinese che infine cede all'amore. Persino chi non ama la lirica sarebbe rimasto conquistato dalla serata. Le scenografie erano ricchissime e cosi'imponenti da richiedere lunghi intervalli tra gli atti per il cambio di scena. Il teatro, che offre piu'di mille posti fra platea, palchi e loggioni era completamente esaurito da un bel pubblico eterogeneo, molti europei, e indiani, omaniti...ah quanti uomini in papillon e noi dame in abiti da sera, non e'mancato nemmeno l'ammiraglio scozzese in kilt e calzettoni, la signora in abito tirolese, molti saree indiani, geishe e sirene di seta... Abbiamo lanciato applausi spontanei al tenore/principe Calaf dopo la celeberrima aria 'Nessun dorma', e un lungo applauso finale al direttore d'orchestra e agli interpreti, saliti sul palco tutti insieme per i saluti finali.
Un fluido magico di energia positiva e'aleggiato nell'aria per tutta questa calda serata di ottobre a Muscat. Un luogo cosi' sperduto, lontano dal centro del mondo, ha lanciato il suo messaggio di arte e di pace.




con le amiche

lunedì 10 ottobre 2011

Semplice



Campeggio in una delle spiagge deserte lungo la costa del Mar Arabico tra Qurayat e Sur. Qui siamo dalle parti del villaggio di Fins. Conchiglie, tartarughe, squali, delfini...e la notte il mare scintilla di riflessi fluorescenti.



venerdì 7 ottobre 2011

La poesia di Adonis




VOYAGE


Je voyagerai au creux d'une vague
D'une aile
Je visiterai les âges qui nous ont quittés
Et les sept galaxies
Je visiterai les lèvres
Et les yeux lourds de glace
Et la lame étincelante dans l'enfer divin
Je disparaîtrai
La poitrine ceinte de vents noués
Laissant mes pas au croisement des chemins
Loin
Dans un désert...


ADONIS

sabato 1 ottobre 2011

Bibi Maryam e il mausoleo di corallo





'' Qalhat, vicino a Tiwi, era una delle piu'antiche citta' portuali dell'Oman, ma oggi rimane solo qualche traccia delle sue mura e un mausoleo in rovina nei pressi della strada. Si crede che qui sia sepolta Bibi Maryam una nobile e devota donna della citta'. L'antica grandezza della sepoltura riflette le sue virtu', l' edificio infatti aveva una cupola interna coperta da splendide maioliche dipinte.


Quanto un violento terremoto distrusse la citta' il mausoleo rimase in piedi. Tutti credettero che Dio avesse detto agli angeli di proteggere il riposo eterno di Bibi Maryam.''


(Omani Folk Tales, traduzione di K.)






Qalhat era una prospera citta' portuale del XIII secolo situata sulla costa del Mare Arabico tra Muscat e Sur, piu'a sud. Tra il 1300 e il 1507 Hormuz e Qalhat furono le piu' ricche citta' dello stretto. Marco Polo vi fece scalo al suo ritorno dalla Cina e la descrisse nel Milione come un grande luogo di scambio di merci indiane e di cavalli arabi. Anche Ibn Battuta, il grande viaggiatore dell'Islam, fece scalo a Qalhat nel 1330.


Oltre al terremoto la distruzione di Qalhat termino'nel 1507 per opera dei saccheggi dei Portoghesi e scomparve del tutto.



Il mausoleo di Bibi Maryam e' proprio cio' che rimane di Qalhat oltre a qualche traccia di mura. Ci tenevo molto a visitare questo luogo. Un tempo il mausoleo era ricoperto da ceramiche azzurre, ne trovo un frammento a terra, piccoli fiori blu sullo sfondo bianco.
Ora sono in corso opere di restauro e non si puo’ entrare all'interno dell’edificio chiuso da grate nere; non si potrebbe nemmeno accedere all’area, sbarrata alle auto, ma sono giunta fin qui motivata ed ignoro il divieto.
Le pareti con decori e architetture islamici sono in parte ancora ricoperte da intonaco liscio. Le mura nude invece rivelano che il mausoleo e’stato costruito con blocchi di corallo pietrificato. Qua’ e la' sono incastonate conchiglie e schegge di madreperla.

Un tempo in Oman i viaggiatori usavano lasciare all’interno dei santuari una ciotola di chicchi di caffe’ come gentilezza per il prossimo pellegrino che avrebbe potuto ristorarsi accanto al fuoco.

Sui parapetti in pietra ai lati dell’ingresso scopro un tenero omaggio: granelli di mirra che forse qualcuno ha lasciato per devozione. Ne trovo anche a terra, accanto ad un sepolcro minore protetto da una grata, sul retro della tomba. Siamo in cima ad una collina, ai piedi dei Monti Hajar Orientali, eppure sul terreno appare per incanto una bella conchiglia ciprea, forse li’ da secoli. La raccolgo per deporla dietro al cancello, come offerta per Bibi Maryam assieme ad una preghiera. Siamo rimasti presso il mausoleo forse piu’ di un’ora in sua compagnia.