sabato 30 maggio 2009

Architettura




Sara’ causa della crisi globale ma da qualche mese sono sparite dai quotidiani del Golfo le pubblicita’a pagina intera con progetti edilizi. Alcuni sono stati cancellati, altri ridimensionati o sospesi, ma del resto il record e’gia’ stato ottenuto negli Emirati Arabi con Burj Dubai, l’edificio piu’alto del mondo. (nelle foto, Palm Island Dubai, visibile dallo spazio e dal panorama di Burj al Arab, l'hotel a forma di vela). Eppure i progetti virtuali si moltiplicano in maniera fantasiosa in tutta l’Arabia, persino nella citta’della Mecca intorno ai luoghi sacri: le vecchie case e i mercati saranno demoliti per fare posto a complessi residenziali, alberghi e centri commerciali.

Un luogo dove invece si va controcorrente e’ proprio il Sultanato dell’Oman. Per il desiderio di distinguersi dalle nazioni limitrofe a Muscat e’vietato costruire edifici di altezza superiore a quattro o cinque piani, a parte qualche zona specifica, come ad esempio il quartiere finanziario dove rimane pero’ una certa omogeneita’ e semplicita’ architettonica. Meglio cosi’, anche se in cambio la citta’ si espande in lunghezza, lungo una striscia compresa tra la costa e la catena montuosa a ridosso del mare. Inoltre Muscat puo’allungarsi solo verso nord, poiche’a sud le montagne aspre e lunari che spuntano dal terreno come guglie vulcaniche creano una barriera naturale invalicabile.

E poi, a nessuno speculatore e’concesso di sfidare il dominio del sultano. Cosi’ da qualche mese sopra un contrafforte desertico che sovrasta il quartiere di Qurum c'e' un cantiere alacremente operativo di giorno e di notte. Il nuovo palazzo reale prende forma replicando la struttura e l’architettura dei tre forti costruiti dai portoghesi tra il 1580 e il 1590 e che ancora oggi proteggono la storica residenza affacciata sul mare oltre che vigilare il porto. Perfettamente inserito nel suo contesto storico, - quando sara’ultimato - per effetto scenografico il palazzo sembrera’gia’ li’ costruito da secoli per dominare la citta’.

domenica 24 maggio 2009

Khaliji burqa

Le ragazze di Muscat o Dubai non lo usano piu’, ma appena fuori citta’ non e’ raro incontrare le donne che indossano il burqa, l’accessorio piu’ femminile del folklore khaliji non islamico, visibile solo in Arabia orientale. Tra i vari nomi, in Oman e' conosciuto con il termine "batula'.
Il venerdi’ giorno di festa, le donne scendono dai villaggi e si aggirano al Muscat City Centre. All’abaya preferiscono tuniche a fiorellini; sono fasciate in pashmine sgargianti di seta, cashmire o cotone, alcune portano il burqa rosso o giallo. Il capo e le spalle avvolti in finissime reti di maglia nera, un ordito speciale che si trova soltanto in Oman. Sotto l’abito semplice spunta il salwar, un pantalone attillato dal quale si intravedono cavigliere d’oro e piedi nudi, dipinti di henna. Il burqa ha l’aspetto di una maschera con la quale nascondere parte del viso ad occhi indiscreti ed esaltare con orgoglio la buona condotta morale e la bellezza di colei che lo indossa. A seconda della forma indichera’ lo status della donna, giovane o adulta, sposata o no. Deve coprire le sopracciglia, le narici e il labbro superiore. La forma imita le fattezze del falco, simbolo di eleganza, forza e fierezza.
E’ fatto a mano con tessuti che arrivano dall’India. Dopo la tintura, di solito in nero o viola, si passa una sfera di vetro fino a ottenere una lucentezza metallica. Il tessuto viene inamidato e dipinto a tinte dorate. Si puo’ decorare e arricchire con inserti in madreperla e cordini di lana colorata. Intriso di profumo va lasciato ad asciugare sotto il sole. Sará piu’brillante e conservera’ un piacevole aroma.
I burqa piu’semplici e classici in stile khaliji si acquistano al souk, e si vedono anche nel sud dell’Iran, lungo le coste affacciate sul Golfo. Quelli vistosi e arricchiti di ricami, perle e conchiglie si indossano a feste e matrimoni, abbinati all’abito da sposa oppure ai tanti costumi del folklore omanita. In citta’ ormai il burqa e’ scomparso e sostituito dal niqab islamico, un velo allacciato alla nuca che scende sul collo e lascia soltanto visibili gli occhi.

giovedì 21 maggio 2009

Figure femminili







I principi del Qatar, Sheika Mozah Nasser al-Mismad e il marito, Emir Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani e la principessa Deena Ali Al-Jahni e il giovane principe Sultan Bin Nasser Bin Abdulaziz Al-Saud (KSA, Kingdom of Saudi Arabia).


lunedì 18 maggio 2009

Il Visir


Lungo la spiaggia di Muscat si affacciano ville, giardini e hotel. Sfilano poi le imponenti ambasciate; britannica, indiana, saudita, francese...via via, oltre il club diplomatico e dopo le piccole barche che i pescatori trascinano a riva, appare la residenza di ‘Omar il visir’. Inaccessibile, circondata da cartelli che ammoniscono a non avvicinarsi, da torrette di guardia, divieti, transenne e guardie armate. Il palazzo e’ protetto da una fitta giungla popolata da tigri, gazzelle, elefanti, e duecento pavoni, tra voliere, gazebi e recinti. All’íngresso del parco un autista vi accoglie per poi affidarvi a silenti maggiordomi in guanti bianchi e presentati al cospetto del gran dignitario. Una guardia in uniforme, armata di una scimitarra affilata vigila fuori dall’ ufficio.


Sua eccellenza, (His Excellency) - cosi’ ama farsi chiamare -, e’ una figura imponente e carismatica. Oltre ad essere primo consigliere speciale per gli affari esteri di sua maesta’ il sultano, egli e’ anche a capo di una potente holding di banche e di aziende. Come molti omaniti impegnati in affari di stato, conosce piu’ lingue, arabo, inglese, hindi, gujarati, tigrino. Al palazzo, sono pochi coloro che vengono convocati, e il terrore li ammutolisce togliendo la voce, il sonno e il respiro. Chi lavora per lui, tranne pochi, non l’ha forse mai visto nemmeno in ritratto. Alle pareti, in virtu’ del ruolo, le foto che lo ritraggono con i potenti della terra.
Poche parole, asciutte ed essenziali, scandite con flemma come gocce di fiele. Talvolta al palazzo si tengono le riunioni del consiglio di amministrazione. In tale contesto emerge con forza la natura feroce, crudele e impietosa di popoli e feudi che appartengono a terre al di la’dell’Oceano Indiano. “Faccio lavorare per me gli indiani perche’li posso trattare come servi. Con gli arabi non e’possibile, si ribellano, sono troppo orgogliosi”. ‘’Non fatemi arrabbiare, c’é gente in questa stanza che e’venuta dall’India remando, con i piedi scalzi, e gli ho dato io da mangiare, da bere, da lavorare, e sanno molto bene cosa faccio quando mi arrabbio’. Come nei regni di tutti i sultani e maharaja dell’India, il supremo sultano tiene accanto l’eccentrico visir controllandone tutte le mosse. Certi intrighi orientali coinvolgono piu’di quanto posso raccontare.

sabato 16 maggio 2009

Mabrouk!

Congratulazioni! E' in alto mare che si distinguono i capitani coraggiosi. Sulla strada verso la bella spiaggia di Al Bustan c'e' il modello di dhow con il quale Sindbad veleggio' dall'Oman alla Cina. Al hamdulillah (grazie a Dio) tanto onore alla vittoria e lunga vita al djinn guardiano del faro.

venerdì 15 maggio 2009

Dalida

Oggi c'e' un pensierino per una divina che ascolto spesso. Questa bella canzone "Salma ya Salama'' fu dedicata a Sadat, che e' ancora un uomo amatissimo in Egitto. La nonna di Tamer mi racconto' di come Sadat e il nonno, giovani cospiratori, si nascondessero nella grande casa del Cairo dove lei li mascherava per non farli riconoscere dalla polizia. La nonnina, che tenerezza, mi ha insegnato a preparare le sfiziose foglie di vite ripiene, e mi faceva piccoli omaggi che sempre conservo, vestaglie ricamate, gioielli antichi... Voila', il testo di"Un homme de sables', e il video della versione in arabo, con Dalida che accenna incantevoli movenze di danza e l'elegante gesto del saluto orientale, per chi lo riconoscera'.

Un homme de sables

Un homme des sables
Des plaines sans arbres
S'en va de son pays
Au-dela des dunes
Courir la fortune
Car le paradis pour lui
Ce n'est qu'un jardin sous la pluie
Chorus
Salma Ya Salama
Je te salue Be salama
Salma Ya Salama
Je reviendrai Be Salama
Un homme des sables
Pour faire le voyage
N'a que l'espoir au coeur
Un jour il arrive
Il touche la rive
Il voit devant lui des fleurs
La grande riviere du bonheur
Chorus
C'etait un mirage
Il n'y avait pas de riviere
Et la bonne et riche douce terre n'etait que du sable
Il reprend sa course
Vers une autre source
Il finira par trouver
Le puits de la liberte
Chorus
Un homme des sables
Des plaines sans arbres
S'en va de son pays
Au-dela des dunes
Courir la fortune
Le seul paradis pour lui
C'etait un jardin sous la pluie




mercoledì 13 maggio 2009

Fiaba


Bahram soggiorna il mercoledi nel padiglione dalla cupola turchese e ascolta la storia della figlia del re del Maghreb. Era mercoledi; quando lo sbocciare del grande astro solare conferi' una tinta turchese al nerissimo firmamento, il re, poiche’anche lui illuminava il mondo, a simbolo delle sue vittorie mise abiti turchesi. Elegantemente si reco’alla cupola azzurra, poiche’il giorno era breve e la storia sarebbe stata lunga. E quando la treccia della notte ebbe steso il suo lungo velo di muschio, il re fu liberato dalla folla indiscreta di tutti i suoi ciambellani. Prego’ la principessa – ella era molto abile a raccontare le favole – di adempiere al suo compito proprio delle donne. E scherzando di raccontargli una storia che lo potesse ammaliare...
All'ingresso delle profumerie di Muscat Haifa Wehbe non manca di incantare le sue fans, principesse orientali.

martedì 12 maggio 2009

Diritto di asilo


Una piccola parentesi sul tema complesso dei migranti, che da sempre coinvolge le terre ed i mari del mondo. Non e' immune l'Oman, tra i Paesi accusati da Human Rights Watch per il traffico di esseri umani. Fa scalpore il Bahrein, che da poco ha abolito lo sponsor e promuove un sistema piu' snello e flessibile. Nei Paesi del Golfo milioni di expats si alternano, arrivano, partono, con le storie ed i drammi che a volte affiorano sulla stampa locale.

In Italia si parla di rifugiati. So bene di cosa si tratta, per anni ho lavorato per un noto ente di tutela per richiedenti asilo e rifugiati. In prima linea, con semplicita', pazienza e fermezza laddove serviva. Ricordo afghani dall'animo nobile, iraniani eleganti e tenaci, banditi caucasici o scaltri opportunisti curdi, ivoriani, sudanesi, kosovari, bizzarre famiglie rom, donne grintose di ogni paese. Storie strazianti, violenze, torture, disperazione, sofferenza e umilta', orgoglio, arroganza, coraggio...

mercoledì 6 maggio 2009

Stelle

Che spleen, qui da sola, che nostalgia, oggi va cosi'. Nel deserto, il cammino del viaggiatore e' tracciato dagli astri e non dalle dune di sabbia, dice un proverbio arabo. E che siano gli angeli a proteggerlo.

venerdì 1 maggio 2009

Alf leilah wa leilah


Ovvero, mille e una notte. In attesa di ritrovare i gelsomini e i frangipani delle passeggiate serali, non c'entra nulla ma ascolto una vecchia canzone,"North Star".