venerdì 30 ottobre 2009

Palazzo El Manial, Cairo



Ho un ricordo di certe giornate al Cairo, seduta sui blocchi millenari di granito rosa ai piedi della piramide di Manqara (Micerino). Nel pomeriggio non c’era quasi nessuno, un sito speciale e un po’ defilato per un pic nic nel deserto di sabbia che scende verso il villaggio sottostante. Si vede il Cairo con i suoi venti milioni o piu' di abitanti ai vostri piedi, senza fine oltre l’orizzonte, la citta’non ha confini a vista.


Ma esiste un luogo raccolto e incantato per una passeggiata romantica, Palais Al Manial, uno splendido alcazar fatto costruire a fine Ottocento dal principe Mohammed Ali Tawfik, viaggiatore colto e sensibile. Care danzatrici, non andateci in jeans. Indossate la piu’ bella galabeya che trovate nell'intrigante e tumultuoso souk di Khan el Khalili, il piu’grande del mondo arabo, e sandali d’oro. Il palazzo e’ ombreggiato e circondato da un raro giardino all’italiana e da essenze tropicali. Dai suoi viaggi il principe porto’ con se’ preziosi tappeti persiani, ceramiche turche, opali e giade, soffitti a cassettoni decorati di madreperla da castelli siriani, cristalli e candelabri di gusto turco – ottomano. Fece costruire un haramlik, la residenza per le donne, protetta dalle misteriose meshrabeya, le finestre di legno intagliato attraverso le quali spiare senza essere viste.
Nella sala del trono il vostro uomo lascera’ un baqshish, una mancia al custode per rimanere solo con voi. Sedetevi sul trono e aspettate che offra al vostro cospetto un anello di diamanti e zaffiri come omaggio. Se cosi’ sara’ avrete fatto una scelta accorta. Altrimenti, che l’insolente si allontani senza piu’guardarvi, camminando all'indietro e senza mai voltarvi la schiena.


domenica 25 ottobre 2009

Diplomazia saudita


Si fa tardi, alla fine una sera prendo accordi per andare al Grand Hyatt Hotel. Aspetto da sola nella lobby opulenta, in un punto dal quale a ore 10 - non vista – proseguo la mia personale missione di intelligence. Tamer e un cliente saudita dell’azienda parlano da ore. Dato che veniamo spesso qui so che tra poco con metodica puntualita’ arrivera’ l’equipaggio Lufthansa; c'e' una delegazione malese in visita, sembrano distinti, con un seguito di casse di legno con timbri e sigilli di cera ‘Governor of Malacca’, passa qualche turista....Infine, non possiamo sottrarci a un invito a cena.
IL nostro ospite saudita e’ cortese, con aria paterna mi assicura che la moglie e’un’abile cuoca di piatti italiani. Lui stesso viaggia spesso in Italia e frequenta le sagre paesane!
In ogni momento provvedera’a farci avere il visto per l’Arabia Saudita. Gia’ Tamer ci va per lavoro, ma ora non si parla di fare i turisti, é questo il risultato finale di tutte le ore di trattative mentre aspettavo da sola? Ringrazio, visualizzo gli standard del KSA, non mi scompongo e sollevo questioni di assoluto rilievo per me: ‘vede, sir, forse avrei qualche difficolta’, sono abituata a guidare la mia macchina’.
In KSA la legge vieta alle donne di guidare, anche se i negoziati procedono sulla buona strada. Non significa che le saudite non abbiano piu’passaporti, e la patente: britannica, svizzera, canadese, libanese, ma lo humour saudita e’ talmente assertivo...'Madame, lei non puo’ immaginare il traffico che c'e' da noi. Tutto il giorno! Insopportabile! A Ryadh abbiamo tre milioni di macchine, se guidano anche le donne, ne avremo cinque milioni!'.
(Una foto di Mohamed Abdou, cantante saudita, a lungo esiliato dal suo Paese e ora riaccolto come eroe, ed una sfilata in onore del sultano, qui a Muscat)

mercoledì 21 ottobre 2009

Qaboos Bin Said, Sultano dell'Oman


Sua Maesta’ Qaboos Bin Said e’ impegnato in queste settimane nel tradizionale campeggio reale, ‘meet the people tour’, il tour di incontro con la gente, e in questo momento si trova a nord di Muscat nella zona della citta’ di Sohar. Come in certi antichi racconti, la corte imperiale (sultano e’un termine derivato dal turco che significa appunto imperatore) incontra le tribu’ locali e viene festeggiata con danze, corse di cammelli, parate equestri e lunghe sedute di majilis, il consiglio tribale, tra le quali una seduta speciale a colloquio con le rappresentanti femminili. Nei giorni scorsi le tende e i padiglioni dell’accampamento reale hanno ospitato anche il direttore del fondo monetario internazionale.
Il tour e’ un’occasione per offrire doni ed esaudire richieste e suppliche oltre che per inviare a tutti gli omaniti messaggi di incoraggiamento sulla costruzione del Paese. Tornero' sul tema poiché tra un mese verrá festeggiato il compleanno, e come si addice ai popoli che apprezzano il culto della personalita’, la cittá gia’ si veste di luci, i debiti bancari dei sudditi vengono cancellati, si applica un indulto ai carcerati e si concedono giornate di ferie, ma niente a che vedere con la cupa e superata atmosfera di certe repubbliche asiatiche ed europee .

Al tour reale i giornali riportano dell'usanza consolidata di cantastorie e poeti che si alternano al cospetto della corte per declamare versi ed elegie al sultano. E' un uomo dallo charme discreto, che trasmette saggezza, equilibrio, autorevolezza. Una foto lo ritrae impeccabile ed elegante durante una visita privata lo scorso anno a Palermo, e che ne dite di una sottile somiglianza con Hamid Karzai, presidente dell'Afghanistan, gia’ considerato uno degli uomini piu’eleganti del mondo?






lunedì 19 ottobre 2009

Diwali, la festa delle luci



Ogni anno la comunita’ indiana hindu di Muscat celebra il Diwali, il ‘festival delle luci’, nel mese lunare di Karthik, tra ottobre e novembre, una delle numerose festivita’ hindu che simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre o del bene sul male. Tra i molti racconti Diwali trae origine dalla saga di Rama che ritorna nella sua terra dopo un lungo esilio, assieme alla moglie Sita e al fratello Lakshmana. Poiche’ ho diverse amiche indiane, mi lascio coinvolgere dalle loro fanciullesche e ossessive prescrizioni, braccialetti di filo colorato che si regalano tra familiari, candeline da sistemare davanti alla porta di casa, dove arde rigorosamente solo olio di sesamo, e una scia di farina di riso davanti all'ingresso a formare il simbolo del sole, festoni di lana rossa decorata da specchi, pietre, e conchiglie. Sono gli stessi indiani ad essere consapevoli che la loro non e’una religione, ma un intreccio di leggende e racconti a volte senza capo ne’ coda ne’morale finale, distribuiti su varianti regionali, che contengono tutta la gamma della natura umana in un continuo movimento di espansione.
Sangeeta, un'amica e vicina di casa, con la scusa di insegnarmi qualche parola di gujarati - la lingua originaria dell’antica regione a nord di Mumbai - mi racconta con entusiasmo la cruenta leggenda di Ganesh, il dio elefante al quale la sua famiglia e’devota. Poi finalmente mi invita a vedere l'altare creato su un ripiano della libreria. Una statuina di Khrisna siede su un trono come una casa di bambole. Intorno, sopra una tovaglia colorata, i giocattoli che devono allietare la giornata della divinita’, piccoli animaletti rigorosamente d’argento disposti in cerchio, e un piattino sul quale ogni mattina si offre da mangiare. Sangeeta si sveglia alle cinque e mezzo per preparare la colazione al figlio e al marito Manish, collega di Tamer, e cosi’approfitta per infilare qualche polpetta vegetariana o della frutta sul piattino. Dopo le abluzioni rituali, la preghiera (puja) e l’incenso, lascia dondolare la statuina sopra un'altalena per far giocare la divinitá e conquistare la sua benevolenza. Deve essere fatto tutto entro l’una perche’ poi lui e’stanco e va a dormire. Siccome ride a raccontarlo, rido anch’io e le chiedo: 'e le polpette?' 'Dopo, ce le mangiamo noi'.
Declino l’invito al tempio: in questi giorni preferisco evitare luoghi affollati.
Diwali si celebra con molto fervore soprattutto tra i gujarati, che hanno anche il culto degli alberi ed espongono sempre vasi di piante verdi sui davanzali di Muscat. Si fanno gli auguri e si preparano dolci, ma soprattutto le donne aspettano in regalo gioielli d’oro e d’argento. Sangeeta e’stata perentoria: 'stasera Manish mi porta al mercato dell’oro di Ruwi', ma e’pronta a dispensarmi consigli astrali: se sono Sagittario e oggi ho mal di testa devo portare un anello con perle all’anulare della mano destra. Perle? Ho collane, pendenti, orecchini, ma ora che ci penso bene l’anello manca...


Il simbolo hindu del sole dall'antico alfabeto sanscrito

venerdì 16 ottobre 2009

Proverbi arabi n.1

Particolare della moschea di Al Rawahi, Muscat, Oman


Meshmesh (in italiano, albicocca) e'una parola araba dal suono particolarmente sfizioso, almeno per me. Cosi', anni fa divenne anche il nome del gatto di casa, proprio per il suo colore. Meshmesh ci fece compagnia per qualche anno prima di scomparire nel traffico di Roushdie, il quartiere di Alessandria dove c'e'la nostra casa. E'ancora piu'sfizioso ritrovarla in un proverbio locale anche qui in Oman:

'Bukra fil meshmesh'

che si potrebbe tradurre letteralmente 'albicocche domani', riferito a qualcosa che, alla fine, non succedera'mai, un po'come l'inglese 'apricots tomorrow'o 'tomorrow never comes'.Un altro detto di saggezza popolare usato di frequente, e che richiama virtu' e qualita' positive:

'As saraha raha'

da pronunciare come uno sciogli lingua, forse qualcosa come, 'nella verita' il conforto', e che tradotto in inglese diviene 'frankness is peace of mind', con il corrispettivo 'speak the truth and shame the devil'.

mercoledì 14 ottobre 2009

Autunno a Muscat


Il mattino con i 42 gradi di oggi cede il posto al pomeriggio tropicale di meta' ottobre, caldo e rassicurante, giusto il tempo di un giro in macchina. Muscat si trova di pochi decimi di latitudine al di sopra del Tropico del Cancro, l'arabo masqat significa 'approdo, porto di arrivo'.




mercoledì 7 ottobre 2009

Jeux de la Francophonie


Si e'conclusa proprio ieri a Beyrouth, capitale del Libano, la sesta edizione dei Giochi della Francofonia, un'olimpiade sportiva e culturale che riunisce ogni quattro anni migliaia di atleti e artisti provenienti da tutti i Paesi del mondo legati alla lingua francese. Oltre alle gare sportive si svolgono incontri di poesia, concorsi di pittura, scultura, fotografia, premi letterari. Storicamente il percorso nasce nel 1970 quando alcuni capi di stato, tra i quali il primo presidente del Senegal, - il poeta Léopold Sédar Senghor -, crearono una agenzia di cooperazione culturale.

Nel corso degli anni questo primo organismo e'stato implementato fino a costituire l'Organisation Internationale de la Francophonie che riunisce 56 Paesi francofoni distribuiti in tutti i continenti e 14 Paesi osservatori tra i quali la Slovenia, la Croazia e l'Albania. Ne fanno parte il Libano, la Siria e anche l'Egitto, che considera il francese lingua ufficiale; oltretutto Alessandria ospita la sede della prestigiosa Universita' Senghor, che organizza attivitá culturali alle quali ho spesso partecipato.
Per curiosare http://www.jeux2009.org/Page_accueil. Notizie dettagliate si trovano anche sul quotidiano libanese in lingua francese L'Orient le Jour. Il link e'gia 'attivo nella colonna 'giornali dal mondo arabo'.

lunedì 5 ottobre 2009

Le rose di Amouage


Ad ovest di Muscat lungo le pendici a terrazzo di Jebel Akhdar - la Montagna Verde, fioriscono le rose damascene e gli abitanti dei villaggi raccolgono i petali e i boccioli tra fine marzo e gli inizi di maggio, all''alba, prima che il calore del sole faccia evaporare la rugiada che portera' con se' le essenze volatili dei fiori. Il raccolto si conserva nelle case del luogo sopra teli di cotone e pashmina e poi andra' a riempire grandi anfore di terracotta per la distillazione artigianale con vecchi forni a legna, una tecnica assai diversa dalle distillazioni a vapore di Iran, Turchia e Bulgaria.
L'acqua di rose dell'Oman e' un distillato unico al mondo, dall'aroma lievemente fumé, e la produzione si aggira attorno ai 25.000-30.000 litri all'anno. Gli omaniti ne fanno un ingrediente per la dolcissima halwa e per profumare il caffe'. Nei matrimoni si sparge sui capelli degli sposi e degli invitati, e mescolata allo zafferano forma un inchiostro con il quale si scrivono incantesimi. Si usa anche per le scritture talismaniche all'interno di coppe di metallo prima che vengano dissolte in acqua e bevute.
Poi ci sono i profumi; l'essenza piu' pregiata di rosa omanita e di oud compongono le note di un profumo della casa Amouage, la 'maison' dei profumi piu' preziosi d'Arabia, poco noti in Europa e solo in contesti di lusso. Lo stabilimento ha sede a Muscat ed e' visitabile, Amouage sembra una parola francese ma e' l'arabo amuaj che significa onda. http://www.amouage.com/ .
A mio avviso molte essenze sono ideali per un bagno tiepido e rilassante, per esempio a base di rosa, oud e frankincense. Intorno a quest'ora e'perfetto, scrivero' il mio incantesimo prima di immergermi nell'acqua...

L' inconfondibile Amouage Gold


giovedì 1 ottobre 2009

Vita bohemienne

Skyline di Doha

Se vi piace lo stile 'franco-arabe' vi lascio in compagnia di un vecchio successo di Enrico Macias, algerino, e della sua chitarra, in versione live o nell'originale. Saro'impegnata in un trasloco, via da Ruwi verso una zona di Muscat piu'facilmente raggiungibile. Speriamo bene!

http://www.youtube.com/watch?v=Mddh2XDir58&feature=fvw

http://www.youtube.com/watch?v=xUSLQ9uLL5E&hl=it

Oh, guitare

Oh, guitare, guitare,
Ma guitare ouvre moi bien ton coeur
Chante, chante, guitare
Sous mes doigts, mais chante de bonheur

Si j'ai mis dans ton coeur en balloo
Trop de soupir à ton goût
Chasse au loin les sanglots superfluts
Qu'on en parle jamais plus

Dis moi des choses folles
Au dela des paroles
Que ma bouche doit taire
N'ayant que des mots de chair

Ma guitare bavarde
Un oiseau s'est caché dans ta voix
Et la porte qu'il garde
Pour nous deux s'en trouve quelque fois

La voiture, c'est le jardin secret
Ou plus rien ne meurt jamais
La les soirs on tous des lendemains
A la portée de ma main

Quelles pays magnéfique
Sont la dans ta musique
Moi même me demeure
Éblouit par leurs couleurs

Oh, guitare, magique
Quand tu fais vibrer tous tes accords
Un monde fantastique
Fais revivre ton coeur de bois mort