domenica 13 marzo 2011

Bahla e Samail



L'oasi di Samail si presta ad una passeggiata lungo la stradina silenziosa che l'attraversa. Un po' sgangherata come tutti i villaggi del deserto, e' ora di pranzo e gli abitanti hanno appena fatto ritorno a casa dopo la preghiera del venerdi'. Tra i giardini di palme aleggiano profumi di cucina. C'e'una vecchia fortezza in cima alla rupe, i falaj scorrono tra le palme per distribuire l'acqua e al centro del villaggio si trova una piccola moschea, la prima dell'Oman, costruita nel nono secolo da Mazin Bin Ghadubah, il primo omanita convertito all'Islam. Non vi sono tracce antiche pero', l'edificio, ora anonimo, e'stato ricostruito piu'volte.


Un vecchio Corano nella moschea piu'antica dell'Oman, a Samail

Che si fa? Lanciamo la macchina attraverso il deserto, oltre Nizwa, tra le catene di montagne rocciose titaniche, verso Bahla. E' una villaggio misterioso, gli omaniti di cittá ne hanno timore, il sultano da poco ha invitato gli abitanti a non praticare la magia per non spaventare la gente...E infatti, all'ingresso di Bahla incontriamo il fachiro. E'un vecchio seduto a gambe incrociate sul ciglio della strada, con lo sguardo fisso nel vuoto davanti a lui. Che strano luogo per sostare da solo, e poi gli omaniti non si siedono mai cosi'...Neppure il suo turbante e' omanita, di un bianco soffice e incredibilmente candido. La sua tunica invece e' sporca, fakir in arabo significa povero. Dalla macchina mi giro per controllare, e'una frazione di secondo, il fachiro e' scomparso.

Bahla e'deserta, solo qualche turista di passaggio. La fortezza e' in ristrutturazione ma i djinn ci osservano silenziosi.



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