Il 18 novembre 2009 e’stata celebrata la 39esima festa nazionale dell’Oman. La data coincide anche con l’ascesa al trono dell’attuale sultano Qaboos bin Said che depose in maniera incruenta il padre Taymoor, esiliato poi a Londra. Da quel momento fu avviato un percorso denominato 'Renaissance' (rinascimento) di assoluto sviluppo della nazione sotto ogni aspetto; sociale, economico, culturale, soprattutto a favore dei propri cittadini.
Il colpo di stato si era reso necessario in quanto il vecchio sultano, che risiedeva a Salalah, preferiva condurre una vita ritirata all'interno del suo palazzo rifiutando di condurre l’Oman verso un percorso di ammodernamento. I sudditi languivano afflitti dalla malaria, senza infrastrutture o scuole, e nemmeno i vantaggiosi investimenti della nascente industria del petrolio e del gas - legata ai giacimenti locali - suscitavano in lui interesse.
Il giovane Qaboos si era gia’trasferito in Inghilterra dove aveva frequentato un collegio militare e successivamente l’accademia militare, per poi prestare servizio qualche anno nell’esercito britannico di stanza in Germania. Non e’un segreto, lo dicono anche le guide turistiche, era il governo britannico a consigliare, supportare e coordinare gli avvenimenti, circostanza verificabile anche negli altri Paesi del Golfo, dove i cittadini britannici godono di particolari status.
Non esistono molte biografie tranne quella ufficiale compilata da un oscuro biografo russo e sviscerare i dettagli della storia contemporanea dell’Oman in maniera oggettiva richiede accesso a piu'materiale e maggiore approfondimento delle fonti documentarie.
Forse sullo scacchiere mondiale il peso dell'Oman e’ esiguo, ma la nazione e’prospera, pacifica e accogliente. La societa' omanita ha una forte struttura tribale e bisogna tenere conto che le tribu’ locali hanno una storia millenaria legata soprattutto alla corrente islamica ibadita, alla quale appartengono, oltre ad una nutrita comunita' sciita.
Il culto ‘abadi’ , originario di questi territori, e’ caratterizzato dalla proclamazione dell’uguaglianza tra le genti di fronte ad Allah e dal rifiuto di riconoscere privilegi. Avro' occasione di scrivere ancora, ma intanto mi piace ammirare il sultano nella sua allure unica e maestosa, con l'ex principe del Kuwait Jaber Al Sabah e in una foto storica e speciale - da dedicare proprio ad un cultore della materia - , a colloquio con l'indimenticato presidente egiziano Anwar Elsadat.
Il colpo di stato si era reso necessario in quanto il vecchio sultano, che risiedeva a Salalah, preferiva condurre una vita ritirata all'interno del suo palazzo rifiutando di condurre l’Oman verso un percorso di ammodernamento. I sudditi languivano afflitti dalla malaria, senza infrastrutture o scuole, e nemmeno i vantaggiosi investimenti della nascente industria del petrolio e del gas - legata ai giacimenti locali - suscitavano in lui interesse.
Il giovane Qaboos si era gia’trasferito in Inghilterra dove aveva frequentato un collegio militare e successivamente l’accademia militare, per poi prestare servizio qualche anno nell’esercito britannico di stanza in Germania. Non e’un segreto, lo dicono anche le guide turistiche, era il governo britannico a consigliare, supportare e coordinare gli avvenimenti, circostanza verificabile anche negli altri Paesi del Golfo, dove i cittadini britannici godono di particolari status.
Non esistono molte biografie tranne quella ufficiale compilata da un oscuro biografo russo e sviscerare i dettagli della storia contemporanea dell’Oman in maniera oggettiva richiede accesso a piu'materiale e maggiore approfondimento delle fonti documentarie.
Forse sullo scacchiere mondiale il peso dell'Oman e’ esiguo, ma la nazione e’prospera, pacifica e accogliente. La societa' omanita ha una forte struttura tribale e bisogna tenere conto che le tribu’ locali hanno una storia millenaria legata soprattutto alla corrente islamica ibadita, alla quale appartengono, oltre ad una nutrita comunita' sciita.
Il culto ‘abadi’ , originario di questi territori, e’ caratterizzato dalla proclamazione dell’uguaglianza tra le genti di fronte ad Allah e dal rifiuto di riconoscere privilegi. Avro' occasione di scrivere ancora, ma intanto mi piace ammirare il sultano nella sua allure unica e maestosa, con l'ex principe del Kuwait Jaber Al Sabah e in una foto storica e speciale - da dedicare proprio ad un cultore della materia - , a colloquio con l'indimenticato presidente egiziano Anwar Elsadat.
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