martedì 29 giugno 2010

Gioielli e amuleti tribali in Oman


Molti anni fa visitai 'Il Nubiano Perfetto’, un luogo misterisoso ad Alessandria d'Egitto, pieno di pesci palla appesi al soffitto, pelli di serpenti e coocodrilli, totem d’avorio, scarabei e conchiglie. Comprai un bastone da passeggio per mio padre, un velo ricamato con filo d’oro per la danza e infine un girocollo formato da un laccio di cuoio che si annodava intorno ad un dente di squalo da usare come pendente. Lo scelsi inconsciamente e solo dopo molto tempo mi resi conto che si trattava di un amuleto. Per le leggi delle energie invisibili quell’oggetto aveva svolto la sua funzione di protezione dalle invidie di alcuni nemici .

In Oman questi oggetti sono quasi sempre prodotti in argento e in oro, oppure in una lega di entrambi gli elementi che gli orafi del souk di Muttrah fondono e separano con l'aggiunta di un reagente chimico. Riconoscere gli amuleti puo’essere un criterio utile per acquistare gioielli, poiche’ l’oggetto stesso, proprio perche’affiancato da una ulteriore funzione oltre a quella decorativa, avra’valore e significato maggiore.


I gioielli beduini antichi sono rari, raramente si riesce a risalire a gioielli piu'antichi della seconda meta'del Novecento. Fra le tribu' beduine costituiscono la ricchezza o la dote per una donna, e quindi venivano continuamente venduti e fusi per produrne altri a seconda dei gusti e delle necessita’del momento. Ce ne sono di tantissime varieta’e in base alla lavorazione e’possibile stabilire la regione di provenienza di un gioiello omanita, inconfondibile e introvabile in altre zone d’Arabia, tanto che la gioielleria omanita e la piu’ ricercata in tutto il Golfo. Se dovessi indicare il gioiello di tipica fattura omanita suggerirei questo bracciale in oro, oppure i gioielli per il viso:



'mafraq' dorato, collezione personale di K.
In quanto agli amuleti, questi oggetti servono soprattutto per proteggere le persone dagli influssi negativi, in particolare le donne in gravidanza ed i bambini. Le proprieta’ dell’amuleto variano a seconda del materiale, ed in genere vengono utilizzati per proteggere la salute. Si indossano per il tempo necessario ad assorbire l’energia del turchese, del corallo, dell'ambra, delle pietre semipreziose. Alcuni amuleti hanno la forma di una scatoletta da indossare come una collana all'interno della quale si conservano gli oggetti benefici: semi di piante, gocce di mercurio, sonagli rumorosi per cacciare gli spiriti negativi. Gli uomini delle montagne del Dhofar, le tribu’Jebali, considerano amuletici sostanze come il ferro, l'aglio, il tabacco. Li avvolgono in pelli di capra o con un materiale manoscritto e lo conservano tra i vestiti.
Nel nord dell’Oman i bimbi venivano decorati con un amuleto d’ argento che conteneva denti di volpe o di iena. Spesso gli amuleti omaniti contengono numeri o iscrizioni coraniche, diffuse anche in altre regioni.

Si trovano al souk di Muscat, a Nizwa, a Salalah, piu’raramente al mercato dell’oro di Ruwi, il quartiere indiano di Muscat.

Collana in ambra, argento e corallo, da Nizwa, anello tribale in argento, Yemen, collezione personale di K.

sabato 26 giugno 2010

Matrimonio orfi




Il tema di questo post mi e’stato suggerito piu’volte da una lettrice di Khalij, e cio’che ho scritto e’ frutto di una chiacchierata con T. davanti ad un bicchiere di te’, in ufficio, tra un’occhiata alle partite e un report contabile, insomma...e'solo una raccolta di pensieri.
Il matrimonio orfi, un fenomeno sociale fortemente discusso in Egitto, ricorda vagamente quel 'matrimonio temporaneo' che si pratica nella comunita' sciita e in Iran, Iraq, e in alcuni Paesi del Golfo. La parola orfi significa consuetudine, e in Egitto rimanda ad un tempo in cui le cose si facevano a voce con una stretta di mano. Qualcosa di simile fu creato da certi califfi egiziani dell’alto Medioevo e tramandato appunto per consuetudine con alterne fortune, fino al giorno d'oggi in cui sopravvive in un limbo di illegalita'.

L' orfi in Egitto si contrae stipulando simbolicamente un contratto su un pezzo di carta, che poi va firmato da entrambe le parti, ma raramente contiene il limite di tempo. Anche un cartoccio, o uno stralcio di giornale. E’ sufficiente avere un paio di testimoni.

La mia descrizione e’ appositamente grossolana perche’cosi’ funziona nella realta’, e intorno a questa procedura si trovano coinvolte molte italiane, russe o altre europee. Non ci sono timbri, ne’ autorita’ firmatarie. Non ci si faccia ingannare dalla presenza di un paterno avvocato che vi ospita nel suo studio per rassicurarvi, o dalla forma a volte curata del documento, magari una carta dal linguaggio burocratico, in arabo, reperibile anche dal giornalaio. Se ve lo trovate in inglese, o in italiano, e’ una illusione ottica. Magari scritta al computer, o a macchina, che fa tanto ‘cancelleria di tribunali’.


Questo documento e’ in realta’ controverso, perche’si tratta veramente di carta straccia. La giurisprudenza non e' affatto una scienza esatta e cosi' l'orfi non ha valore legale presso le istituzioni, ma secondo molte donne italiane che affollano i forum di internet (e successivamente gli uffici consolari in cerca di tutela legale) e’ l’unico espediente per poter convivere con un eventuale fidanzato egiziano conosciuto sulle spiagge del Mar Rosso. Sostengono che altrimenti nessun albergo o nessun proprietario di alloggi affitterebbe case o stanze a coppie non sposate.
La legge egiziana vieta, questa volta veramente, la convivenza di coppie non sposate formate da almeno un cittadino del Paese, la pena prevista e’ il carcere.
Ma in quali alberghi alloggerebbero le coppie, o quali appartamenti? Provate ad andare al Four Seasons, o al Movenpick, con il vostro foglietto orfi e il marito, vi faranno girare i tacchi, sia che siate italiane, sia che siate egiziane.
I proprietari egiziani e gli alberghi di altro livello chiudono semplicemente un occhio davanti a questo pezzo di carta, perche’e’portatore di denaro...e’sempre un pezzo di carta che li tutela, ma qualcuno paghera’ segretamente qualche bakhsish, in una catena infinita. Nel caso di qualche verifica della polizia, ecco il pezzo di carta fasullo e il bakhsish anche per loro.

Con un contratto orfi in mano non si risulta sposati ne’ davanti alle autorita’ egiziane ne’ tantomeno a quelle italiane. Non avete quindi diritti da reclamare.

Quale ruolo hanno le moschee? Per fare legalizzare un orfi e’ necessario stralciarlo e ricominciare la procedura da capo, secondo la norma prevista dal codice civile, perche’ nemmeno le moschee legittimano un orfi.
Un matrimonio celebrato in moschea, esattamente come per il rito religioso in Italia, in Egitto ha valore solo se registrato in tribunale, o allo 'stato civile'del Comune. La moschea deve essere riconosciuta, non come le centinaia di moschee abusive. Questo fa parte della lotta per il potere, e’ l'eterno conflitto tra il metafisico potere temporale della teocrazia senza confini - se non quelli dell’Islam - , e il potere secolare della ‘nazione islamica’.

L’orfi ha valore nella comunita’, nella tribu’, nel clan, che e’ l’unico, e piu’antico e ancestrale nucleo sociale riconoscibile e riconosciuto. Se e’vero che il suo valore e’nullo, e se una donna si crede comunque non sposata, cosa fara’ quando la relazione si conclude? Magari lei vorrebbe sposare, orfi o legalmente, un altro fidanzato. Nel peggiore dei casi il primo orfi la terrá vincolata ed esposta alle vendette del primo marito fasullo. E se tornata in Italia, volesse sposarsi con un italiano, o tornare magari in Egitto per una breve vacanza e il vecchio orfi-marito abbandonato la rintracciasse? Potrebbe finire in carcere, lui saprebbe come rivalersi, perche’ l'orfi non e'mai stato sciolto, e lui quel pezzo di carta straccia sa come farlo valere.
Gli orfi, anche se 'temporalmente scaduti', si sciolgono solo con una causa in tribunale, infinita e dispendiosa. Per una donna italiana puo’essere un gran mal di testa, ma per una donna egiziana puo’ rappresentare un grande dramma, specialmente se ci sono dei bambini.
Oltre alle mie chiacchiere, allego questi link interessanti:
un forum italiano con diversi punti di vista
una ricostruzione storica e alcuni dati

dall'archivio del settimanale egiziano in lingua francese Al Ahram, i problemi reali delle mogli e dei bimbi orfi.

martedì 22 giugno 2010

Devinette omanaise



Ogni giorno, cose piccole e impercettibili attraversano la vita quotidiana con leggerezza e ci sfiorano per portare un sorriso. Ecco un indovinello per principini omaniti a lezione di francese. Inventato ieri sul momento ha messo tanta allegria! Chi lo sa?

C' est sucré
C' est blanc et rose
C' est comme des nuages
Ou du coton.

C'est quoi?....


Barbe à papa

domenica 20 giugno 2010

Danza del sole



Nella danza orientale c'e' un bellissimo movimento che si chiama 'il sole'. Le danzatrici disegnano un grande cerchio con i fianchi, cosi' come possono disegnare con il corpo altri simboli e divinita': la luna, il serpente, la bilancia, le ali degli uccelli, il vento, la luce, l'infinito.

Tempio del sole di Palmyra (Siria)

giovedì 17 giugno 2010

Le streghe di Khor Rori



Si dice che la valle di Khor Rori nei pressi di Salalah sia la porta d’ingresso di un mondo parallelo. La valle si affaccia sull’Oceano Indiano con i resti dell’antica citta’ di Sumharam, dove Bilquis, la regina di Sheba, possedeva un palazzo e dove l’incenso raccolto nel Dhofar salpava dal porto verso la Grecia antica o la Mesopotamia.

Le antiche pratiche preislamiche di magia rossa richiamano segretamente in Oman, dall’Arabia Saudita e da tutte le terre della penisola araba, moltissime persone. La strega (sahera) prepara amuleti, filtri e fatture, ma il Corano, in diversi episodi, ammonisce i fedeli contro l’uso della magia. Misteriosi racconti si intrecciano in vari contesti e non e’sempre facile unire e poi documentare i frammenti di questo universo; chi conosce mantiene il segreto. La legge coranica vieta severamente nei Paesi del golfo la pratica della magia.
Per distruggere un incantesimo puo’ essere necessario ricorrere ad un esorcismo ma due parole scorrono costantemente in Oman e solo in questa regione d’Arabia: voodoo e zombie. La stregoneria portata dall’Africa e dall’antica colonia omanita di Zanzibar e’ parallela e distinta dalla magia e dai poteri del mondo dei djinn.

iscrizioni millenarie sulle mura di Khor Rori

lunedì 14 giugno 2010

Matrimonio temporaneo


Nel culto islamico sciita e’previsto l’ístituto del ‘matrimonio temporaneo’. Per qualche ragione individuabile in una interpretazione del Corano e’possibile sposarsi ufficialmente anche per poche ore e divorziare subito dopo.

Questa pratica e’nata molti secoli fa per ragioni svariate; la presenza di vedove, la possibilitá di contrarre matrimonio anche per i viaggiatori o semplicemente per avere rapporti sessuali senza violare la legge islamica, ma con obblighi ridotti al minimo: non c’e’il mantenimento della moglie dopo il divorzio, niente dote o versamento di denaro da parte del marito. Gli eventuali figli vengono sempre riconosciuti. (non sono i matrimoni orfi, dei quali si discorreva di recente con una lettrice di Khalij). Questi tipo di matrimoni non si praticano tra i sunniti anche se negli ultimi anni, per esempio in Egitto, sono stati legalizzati. Non ancora nel Sultanato dell’Oman. Maggiori dettagli e testimonianze si possono trovare qui:


Ostes Ali, (il signor Ali) l’avvocato di Tamer, e’un omanita sciita praticante che da anni insegue invano queste unioni senza mai successo, anche a causa dell’opposizione familiare (la moglie non vuole!), dato che nell’Islam un secondo matrimonio deve essere sempre autorizzato dalla prima moglie. Questa fissazione e’diventata fonte di comicita’ in varie situazioni. Di recente Tamer ha invitato Ostes Ali ad un incontro di lavoro, un serioso forum economico italo omanita con aziende italiane in visita alla camera di commercio, tra ministri, funzionari, ambasciatori e aziende varie. La presenza di avvocati come Ostes Ali, con licenza da parte della camera di commercio, e’obbligatoria per redigere contratti di alleanze societarie, insomma, c’era un bel da fare, ma lui? Una volta intravista una graziosa standista in minigonna ha abbandonato le virtuose trattative di lavoro ed ha cominciato ad assillare. Chi e’? Si puo’conoscere? Cosa ne pensa l’Italia del matrimonio temporaneo? Me la presenti?
Secondo i racconti di Ostes Ali il fastidio si propaga oltre i confini omaniti. Periodicamente l’avvocato si reca in Egitto, ad Alessandria, per completare gli studi di magistero e proseguire la carriera di giudice. Anche li’ il ritornello si ripete, ma gli viene proposta una variante piu’scaltra: matrimonio vero o in alternativa il pagamento di una somma di denaro (in sostanza, prostituzione...). Ostes Ali e’ un uomo pio e osservante e non accetta questi ricatti poco ortodossi. Ogni venerdi’ si premura di inviare un sms con preghiere e detti religiosi.

Nella mia citta' il racconto del matrimonio temporaneo era un simpatico inganno con il quale la mia amica e collega persiana allontanava definitivamente i corteggiatori piu’ noiosi e arroganti. Lei era bellissima ma sfortunata in amore, molti si facevano avanti ma lei li sottoponeva a prove ferocissime. Ci siedevamo a prendere un caffe’ sotto l’ufficio e invitavamo il pretendente di turno, e iniziava il racconto. A Teheran, la sua citta’, le ragazze ricche e sveglie ne approfittavano per godersi viaggi, auto di lusso, case in regalo, da parte di benestanti e attempati mariti temporanei. E gli uomini potevano avere piu’ e piu’ mogli temporanee, anche nello stesso tempo, senza pensieri, gelosie o tradimenti. Se durante il favoloso racconto il corteggiatore maldestro perdeva self control ed elogiava quel mondo in apparenza permissivo e disimpegnato, dimenticando di omaggiare la bella e nobile principessa persiana, noi ci alzavamo lasciandolo pagare i nostri caffe’, che gli servisse da lezione.


venerdì 11 giugno 2010

'Fatet ganbena' , Lei e'passata accanto a noi'



Ecco per questo fine settimana una romantica ballata di musica araba classica.
Siamo al Cairo negli anni Settanta e questa lunga romanza (oltre 45 minuti) e’ interpretatata dalla voce malinconica di Abdel Halim Hafez, il piu'celebre cantante arabo che rimarra' per sempre nel cuore di tanti ammiratori nuovi, come gia' ha incantato il pubblico di allora.
Lui passeggia con un amico e vede passare piu’volte una bella ragazza che sorride. Nasce cosi' un vero melodramma, per chi sara’ quel sorriso, a chi saranno rivolte quelle parole immaginarie? A me o a lui? Scoprira’ la verita’?

Il tormento d'amore si accompagna alla musica del compositore Mohamed Abdel Wahab, con una bella orchestra d'archi e una lunga introduzione strumentale che ricorda una sevillana e poi un valzer, melodico e via via piu’ brioso. Non e’ un brano ballabile ma fa parte della storia della musica e della cultura di un'epoca che non c'e' piu’. Nessuno dopo di lui ha piu' cantato nello stesso stile.

Allora, per gli appassionati, in questo link si trova la traslitterazione del testo arabo e la traduzione in inglese.

Qui la romantica introduzione strumentale con Abdel Halim che dirige l'orchestra.

Qui la commovente interpretazione, perche' Abdel Halim era gia' sciupato dalla malattia.
http://www.youtube.com/watch?v=0-jhC8vNVwg



lunedì 7 giugno 2010

I poteri del Sultano




Si dice che il sultano a volte giri in citta' alla guida di una macchina, protetto da vetri scuri , per controllare, osservare, valutare...piu' spesso di sera, quando c'e' meno traffico. Si narra anche di persone fermate per la strada alle quali viene posta una domanda impegnativa: 'che cosa vuoi?'


Pare che Sua Maesta' il Sultano gratifichi ogni richiesta, e i racconti di questo genere si diffondono in cittá come un telefono senza fili con varianti infinite a disposizione soprattutto dei tassisti omaniti, che si dilettano a svelare i dettagli con naturalezza ed ingenuita'. Di recente ho sentito di un pakistano che ha richiesto il passaporto omanita e lo ha ottenuto, o di persone che hanno richiesto somme consistenti di denaro. Il djinn contenuto nell'anello del sultano esaudisce desideri contingenti poiche' deve rispecchiare il potere, la ricchezza e la generosita' del padrone che l'ha conquistato, come vuole la tradizione magica dei genii.

Cosi' noi tutti dobbiamo tenerci pronti e qualche volta ci pensiamo: anch'io dovrei essere concreta, certamente, a meno di non volere sfidare - con vana superbia - l'ira del soprannaturale: 'vorrei essere una coccinella'.

giovedì 3 giugno 2010

Ras Al Jinz e le tartarughe giganti




Il campeggio di Turtles Beach a Ras al Hadd e' il punto di partenza ideale per visitare la riserva naturale di Ras Al Jinz, http://www.rasaljinz.org/, un luogo veramente speciale.
Tutta la costa oceanica e selvaggia dell'Oman e' popolata da delfini, balene e soprattutto dalle tartarughe verdi giganti che ogni anni tra giugno e agosto raggiungono le spiagge per depositare centinaia di uova.

Le riserve naturali si estendono per centinaia di chilometri ma a Ras al Jinz le guide omanite possono accompagnare i visitatori ad osservare questo spettacolo della natura. Siamo fortunati perche' la luna piena illumina la notte, non possiamo accendere torce ne' telefonini, ne'scattare fotografie per non spaventare gli animali. Raggiungiamo una baia sabbiosa tra le rocce, le onde oceaniche del mare aperto si infrangono rumorose lasciando una lunga schiuma bianca. Un paio di tartarughe sono li', scavano grandi buche nella sabbia, una sta depositando le uova. E'un animale gigantesco, lungo oltre il metro. Piu'in la', una tartaruga ritorna lentamente in acqua; scivola sulla sabbia finche' scompare tra le onde.
I ragazzi trovano un nido che si apre; i piccoli escono a centinaia poco piu'piccoli del palmo di una mano, pronti per raggiungere l'acqua. Sebbene le guide non intervengono nei processi della natura uno di loro raccoglie gli animaletti per facilitare la loro sopravvivenza e li trasporta a riva mentre gli altri fanno scudo contro i primi predatori: decine di granchi giganti escono dalle gallerie di sabbia ma fuggono spaventati dai passi. I 'cuccioli' sono salvi per ora e svaniscono veloci nell'acqua. Le femmine che sopravviveranno fra trent'anni faranno ritorno su questa stessa spiaggia per deporre le uova.
Un' ultima tenera immagine: una guida omanita mi fa notare una tartaruga che vorrebbe uscire dall'acqua ma ci vede e intimorita dalla nostra presenza scompare tra le onde in attesa di solitudine.
Tra le foto dell'album c'e'anche la fortezza di Sur, una antica citta' famosa per i cantieri navali dove da secoli si costruiscono i dhow dei mercanti arabi, e poi il villaggio di Ras al Hadd e le innumerevoli creature del deserto.