Ma non finisce qui...oltre alla robabekia c'e' l'inquietante ricordo dei 'raccoglitori di spazzatura', gli zabaleen. Fino a qualche tempo fa nella nostra casa di Alessandria due vecchietti risalivano le cupe scale interne del palazzo, quelle di servizio, - su su fino all'attico panoramico -, bussando alle porte delle cucine per raccogliere i sacchi di rifiuti. Salivano lenti, in silenzio, e annunciavano il loro arrivo con un filo di voce sepolcrale dicendo 'zibela' (in dialetto, spazzatura). Lo spavento era terrificante, perche' il loro arrivo era silenzioso e imprevedibile anche a tarda sera. Per pochi spiccioli si portavano via le immondizie ma il loro aspetto era cosi' sepolcrale...credo siano morti, o messi in fuga da Mesh Mesh, il ferocissimo gattaccio rosso che avevamo adottato, il terrore felino delle scale di condominio. Trascinava i suoi rivali sui terrazzi interni e li sfidava in battaglie facendo cadere nel vuoto per 12 piani ogni barattolo, scatolone o bottiglia d'ingombro.
martedì 28 settembre 2010
Robabekia d' Egitto
sabato 25 settembre 2010
Allah al shafy - Gap culturale in Oman
Ma certo, nel suo cuore ingenuo vorrebbe che il figlioletto guarisse subito, perche' secondo la sua mente spiccia, a questo servono i dottori, e le loro cure. Cosi' ha pensato bene di portarlo dall'esorcista. Dietro pagamento lui prega, legge il Corano e assegna rituali da eseguire a casa.
Appena l'ho saputo avrei voluto parlare direttamente con Badr, ma una chiacchierata impegnativa con Tamer e non poche divergenze di opinioni mi hanno fatto desistere, per il momento. Non si tratta di mettersi le mani nei capelli a sapere che il collega omanita va dall'esorcista per curare una malattia: queste cose succedono anche in Italia. Avevo invece bisogno di una vera ed efficace mediazione culturale perche' Badr, che e' una mente semplice, vive in un villaggio fuori citta' molto chiuso nelle tradizioni e non avrebbe accettato la mia intromissione, ne' avrebbe compreso il messaggio malgrado l'estrema sensibilita' con la quale avrei affrontato l'argomento; tra le altre cose, proprio quel giorno il quotidiano Muscat Daily aveva presentato una nuova equipe medica specializzata che opera a Muscat in questo settore, soprattutto pediatrico. Non mi sembrava vero, era proprio cio' di cui il bimbo aveva bisogno!
Cosi' il confidente del dramma ha colto il mio trasporto emotivo ed ha cercato di mediare purtroppo senza risultati. Badr era irremovibile; no! no! 'i medici sono tutti stupidi', Questa e'stata la risposta ricevuta dal mio gentile intermediario.
Ora Badr si affanna a preparare pozioni e bicchieri di acqua benedetta, per lui e per il bimbo. L'esorcista sostiene che il piccolo e' posseduto da un djinn maligno. Se nulla cambiera', dovra' rivolgersi al piu' potente cacciatore di djinn, cosi' mi ha riferito il diplomatico messaggero al termine della sua missione.
Ci vorra' tempo per saldare questo gap culturale, non quello tra Badr e me, ma lo spazio mentale tra Badr e il resto del mondo, o anche del suo stesso Paese. Spero solo che cio' avvenga in tempo per aiutare quella piccola creatura indifesa. Per paradosso, qui in Oman si dice Allah al shafy, Dio e' il guaritore.
martedì 21 settembre 2010
Asdaa'Musiqiyah, Echi musicali a Muscat
lunedì 13 settembre 2010
Ritorno in Oman
domenica 5 settembre 2010
Kitab Al Asnam - Il libro degli Idoli
mercoledì 1 settembre 2010
Danza delle Spade
Si dice che la danza delle Spade, in arabo raks al saif, sia una danza sacra.
Donna che danza con la spada (1919, Arabia Saudita)
Per quanto riguarda la documentazione recente di questa danza, alcune fonti riportano di storie riguardanti milizie napoleoniche in Egitto e danzatrici gawazee che danzavano con le loro spade in equilibrio sulla testa. Altri racconti spostano questo fatto negli harem della Turchia ottomana e nel folclore turco, assieme alla danza maschile con i pugnali.
A questo punto vorrei aggiungere la mia intuizione personale sulla sacralita’ di questa danza: nel tempio della dea Manat, (nei pressi dalla citta' di Medina), la divinita’ preislamica del Destino, era conservato un tesoro. Il Corano documenta in dettaglio la distruzione del tempio, e la presenza nel tesoro di due preziose spade. Ali, il cugino di Maometto, le consegno’al Profeta, che a sua volta gliene fece dono. Ancora oggi, in effetti, lo stemma dell’Arabia Saudita raffigura due spade incrociate che rappresentano la forza e la giustizia. Le due spade sottratte al tempio della Dea Manat si chiamavano Mikhdam (la tagliente) e Rasub (la penetrante).
E quasi sempre, due sono le spade delle danzatrici.
Ecco un video esotico ed essenziale: