venerdì 29 ottobre 2010

Mu Ghayeb n.1

Cimitero nel deserto omanita
Il Sultanato dell’Oman e’tra i Paesi con la percentuale piu’alta di incidenti stradali e quest’anno e’ iniziata una campagna intensiva di prevenzione, con severi appelli anche da parte del Sultano che per qualche tempo e’apparso in enormi billboards invitando gli automoblisti alla prudenza. Come deterrente, i giornali hanno iniziato a pubblicare report di incidenti stradali, foto di auto distrutte e racconti strazianti sulle dinamiche degli incidenti e sulle vittime, spesso molto giovani.

Qualche anno fa un collega omanita di T. confido’ di avere perso due giovani fratelli, nel giro di poco tempo, in due distinti incidenti stradali.
In seguito ai due incidenti, T. aveva doverosamente partecipato ai due funerali come segno di solidarieta’ verso l’amico, ma da subito si era accorto di molte stranezze.
Gia’ la scoperta del lutto era stato piuttosto disimpegnata; '...Cosa hai fatto ieri? Ah, dopo il lavoro sono andato a casa, poi e’ morto mio fratello e poi la sera siamo usciti a cena...', come se un evento cosí grave venisse assimilato a qualunque altra attivita’ di routine della giornata.

Il rituale islamico prevede una sepoltura molto rapida, entro 24 ore dal decesso. Deve svolgersi di giorno, entro il tempo della preghiera del pomeriggio. La salma, completamente fasciata, viene adagiata sul terreno su di un fianco, con il capo in direzione della Mecca, e poi ricoperto di sabbia o di terra. Ogni Paese ha le sue tradizioni, e se l’Egitto ad esempio conserva rituali dettagliati, in Arabia alcuni funerali si svolgono anche di notte.

Non ci sono tombe, i cimiteri sono luoghi casuali non delimitati, ne ho scoperto uno solo in citta', per caso. La presenza di una sepoltura e’appena indicata da una pietra, senza foto ne' omaggi, e nessuno fa piu'visita alla tomba. Spesso si seppellisce ‘dove capita’, o in terreni indicati con approssimazione, e’impossibile distinguere un cimitero, soprattutto nei piccoli vilaggi del deserto. La ragione e'racchiusa nella natura dei popoli dell'Arabia, la terra dei Bedu nomadi del deserto.

Ai funerali la gente rideva e scherzava tra una preghiera e l'altra, ma altre cose strane dovevano ancora succedere. Dopo breve tempo incontrai l'amico omanita, e fu l'occasione per portare le mie condoglianze per il lutto dei due fratelli.
Ma Salah sembrava non capire, guardo’ T. in silenzio e indifferenza, come per chiedere spiegazioni...ci fu uno scambio di occhiate che contenevano punti di domanda, entrambi ricordiamo molto bene. Perche’ tutto questo? Ho scoperto le risposte a tutte queste stranezze in un'espressione conosciuta solo qui in Oman: Mu Ghayeb, colui che non e’ assente, una misteriosa e inquietante credenza locale legata al culto dei morti...

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