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Nei paesi arabi riunirsi in gruppo nella cerchia di familiari o per affinita’ tribale predispone alla solidarieta’ e al sostegno. Tra donne e’ del tutto spontaneo vista la necessitá di portare avanti le faccende pratiche casalinghe, e occuparsi dei bambini, per questi motivi sono anche piu'stanziali. Le omanite mandano gli uomini a fare la spesa e le case di Muscat rivelano la gelosa custodia della privacy dove i quartieri residenziali sono fatti di villette circondate da mura, con le finestre sempre fasciate da tende oscuranti e grandi cancellate di ferro battuto. Ma all'interno dei giardini e’possibile sbriciare le donne sedute a terra, a chiacchierare.
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Nelle famiglie omanite piu’legate ai costumi tribali si vive tutti insieme in grandi case, e dato che un uomo puo’avere piu’mogli, se gli chiedete chi cucina - come abbiamo fatto noi tra amici - vi sentirete rispondere ‘le mogli’.
Durante viaggi di lavoro prolungati in Iran, Sudan, Arabia Saudita i colleghi omaniti di Tamer sapevano che sarei rimasta a casa sola e rassicuravano: ‘Posso mandare una moglie a stare da lei!'. Sarebbero arrivate in molte: le amiche, i bimbi, le tate, tanto per farmi compagnia.
Le ragazze di Muscat sono autonome e indipendenti; giá sopra i dodici anni non escono piu’con i genitori, - la maggiorparte giá divorziati, - ma si riuniscono per passeggiare o andare nei centri commerciali sempre in gruppo con amiche, cugine, sorelle, zie, mogli dei fratelli e tutte le infinite relazioni incrociate del proprio nucleo tribale, accompagnate da uno stuolo di tate indonesiane o filippine. Non sempre questi harim sono cerchi incantati: esistono invidie, gelosie, piccole rivalita’, ma le frizioni si allentano presto e cosi’ ci si allena alla vita. Il gruppo compatto e’circondato da un’aura di energia che si puo’ percepire passando davanti ai loro picnic sulla spiaggia o nei parchi cittadini. Ci sono anche gruppetti piu’piccoli, che includono l’uomo di casa, la mamma, la moglie e la sorella...
Nell’haramlik delle danzatrici il segreto che l’amica omanita voleva confidarmi con aria ansiosa poteva sembrare una bolla di sapone; ‘non mi ricordo piú i passi’ , quelli creati da lei per il nostro pas de deux. D'istinto ho risposto ‘segui me’. Ma perche’un segreto? Ma certo, per orgoglio doveva nascondere il fianco scoperto e cercare qualcuno nel gruppo in cui riporre fiducia, perché nel piccolo universo delle donne omanite quella danza era una sfida.
Durante viaggi di lavoro prolungati in Iran, Sudan, Arabia Saudita i colleghi omaniti di Tamer sapevano che sarei rimasta a casa sola e rassicuravano: ‘Posso mandare una moglie a stare da lei!'. Sarebbero arrivate in molte: le amiche, i bimbi, le tate, tanto per farmi compagnia.
Le ragazze di Muscat sono autonome e indipendenti; giá sopra i dodici anni non escono piu’con i genitori, - la maggiorparte giá divorziati, - ma si riuniscono per passeggiare o andare nei centri commerciali sempre in gruppo con amiche, cugine, sorelle, zie, mogli dei fratelli e tutte le infinite relazioni incrociate del proprio nucleo tribale, accompagnate da uno stuolo di tate indonesiane o filippine. Non sempre questi harim sono cerchi incantati: esistono invidie, gelosie, piccole rivalita’, ma le frizioni si allentano presto e cosi’ ci si allena alla vita. Il gruppo compatto e’circondato da un’aura di energia che si puo’ percepire passando davanti ai loro picnic sulla spiaggia o nei parchi cittadini. Ci sono anche gruppetti piu’piccoli, che includono l’uomo di casa, la mamma, la moglie e la sorella...
Nell’haramlik delle danzatrici il segreto che l’amica omanita voleva confidarmi con aria ansiosa poteva sembrare una bolla di sapone; ‘non mi ricordo piú i passi’ , quelli creati da lei per il nostro pas de deux. D'istinto ho risposto ‘segui me’. Ma perche’un segreto? Ma certo, per orgoglio doveva nascondere il fianco scoperto e cercare qualcuno nel gruppo in cui riporre fiducia, perché nel piccolo universo delle donne omanite quella danza era una sfida.
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