martedì 2 febbraio 2010

Harankash e zucchero filato


Qui a Muscat ci mancano i venditori ambulanti di frutta e verdura...in Egitto passano furbamente con i loro carretti nei luoghi piu' affollati, nei vicoli, sotti gli uffici all'ora di punta, agli incroci trafficati. Come a Napoli o a Palermo, parcheggiano l'asinello all'ingresso dei condomini e gridano i prezzi della mercanzia. Chi vuole fare acquisti cala un cestello dal terrazzo, oppure citofona al portinaio. Sotto gli uffici di Tamer nel centro di Alessandria il venditore arriva verso le due e intona romanze arabe degli anni cinquanta, poi manda un garzone a prendere gli ordini dai palazzi della zona. Alcuni vendono solo pane, oppure ortaggi, arance, cocomeri e frutti meravigliosi: melograni, manghi, gawafa, -una pera dalla buccia gialla e molto profumata. A me non piace, ma secondo la nonna il decotto di bucce e'un ottimo rimedio per curare la tosse.


Piramide di gawafa

E poi mandarini, aishta, papaya, datteri, molokheya fresca e tutte le altre ricchezze della campagna egiziana. Nella stagione giusta un piccolo carretto spinto a mano trasporta piccole sorprese: il venditore di fichi d'india che li sbuccia per voi sul momento, e i piccoli harankash, le bacche di alchechengio, ancora avvolti nel calice a palloncino. Il sapore e' asprigno, ci vuole zucchero...piu'tardi nel pomeriggio, annunciato dal suono di una trombetta rompiscatole passera' il venditore di zucchero filato bianco e rosa.


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