domenica 8 luglio 2012

Gli omaniti e il caffe'

L'arte del caffe'


Il caffe’ omanita non e’ particolarmente apprezzato dagli europei, in particolare dagli italiani, per quell’aroma balsamico di cardamomo, simile al limone, e per la somiglianza ad acqua verde, che fa a pugni con l’ idea del caffe’ all’ italiana. Recentemente mi sono imbattuta nei commenti di un blogger  che lo descrive, con moti di spocchia, come disgustoso.
Neppure io amo granche’ il caffe’ omanita, ma non ne faccio un dramma. Anzi, considero il caffe’ una meravigliosa e diplomatica occasione di conversazione, che ha abbattuto la naturale diffidenza caratteriale degli omaniti stessi. Penso ai miei conoscenti, tutti miei coetanei, con i quali si e’ rotto il ghiaccio proprio cosi’.

L’ iniziativa e’ partita da Haitham,  mi e’ stata regalata della miscela di caffe’ profumata, che ho apprezzato proprio perche’ arrivava da casa: forse la moglie, o la mamma, o la tata, l’aveva riposta in un barattolo di vetro come quelli che tutti teniamo in casa - magari prima dentro c’era della marmellata - e mi vengono elencate con cura le istruzioni per prepararlo. Interviene allora Rashid con i suoi aneddoti. Lui ci tiene molto alla forma fisica, appassionato di calcio e impegnato ad organizzare tornei aziendali, segue i consigli del padre. Beve poco caffe’ dopo un lungo periodo nel quale vi aveva rinunciato. Perche’ il suo ricordo indelebile era il caffe’ che ogni mattina il nonno e il papa’ preparavano quando ancora vivevano in Tanzania. La miscela  arrivava dal Kenya, i chicchi venivano macinati a mano e l’aroma si spandeva per la casa all’alba. Dopo i ricordi subentra la confidenza, e  malgrado la riservatezza reciproca non esitano a farmi parlare al telefono con le loro mamme, o con le loro mogli, oppure mi presentano i figli, o lasciano scorrere sui loro telefoni filmati e foto privatissime della loro vita familiare…"Questa e’ mia moglie in pellegrinaggio alla Mecca". Seguono poi gli inviti ripetuti di Issa "venite da noi a pranzo, per rompere la routine" , o di Haitham "a settembre si sposa mio fratello a Sur, venite, starete come a casa vostra". E cosi’ arrivano anche le confidenze personali, cosa non da poco poiche' gli omaniti sono uomini guardinghi, ma assolutamente a loro agio in contesti femminili e familiari tra zie, sorelle e cugine. Parlo ovviamente di alcune  persone che frequento, e delle quali cerco sempre di cogliere gli aspetti positivi.  Per tradizione la loro privacy familiare non deve essere mai esibita, bensi’ protetta da djinn maligni e dall’invidia.

E con il tempo, conquistata la fiducia disinteressata, e’ arrivato con il caffe’ anche il momento di oltrepassare un taboo assoluto. "Non si puo’ fare, l’ Islam lo vieta, ma se vorrai conosco qualcuno che potra’ leggere i fondi del caffe’ per te" . La divinazione e la magia sono rigidamente vietati per legge. Esporsi in questo modo e’ un' apertura straordinaria, e per me un' occasione da considerare.

Questo per quanto riguarda gli uomini. E le donne omanite? Oh, mille volte piu’ diffidenti, ma anche loro riservano, a volte, qualche sguardo al di fuori di loro stesse.


Omanita al bar

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