domenica 8 maggio 2011

Shamash e il demone della sabbia n.1






Per i popoli della Mesopotamia Shamash era la divinita’del sole, della giustizia e della divinazione, ed era figlio di Syn, dio della luna. Il culto di Shamash (e di Syn) giunse fino all’Arabia e le tracce sono tangibili ancora oggi con rovine di templi e di altari e con il ritrovamento anche in Oman di oggetti votivi, ma soprattutto nella lingua: il sole, in arabo, si chiama shams.




Nella celeberrima leggenda sumera di Gilgamesh, il malvagio re della citta' di Uruk, il dio Shamash assicura protezione all'eroe che viaggia e affronta prove di vita alla ricerca della saggezza in compagnia dell’amico Enkidu.

Durante il viaggio nella foresta di Cedri Shamash si accerta che i due non si perdano d'animo inviando ogni sera un demone della sabbia. La creatura trasmette ad Enkidu il potere di interpretare i sogni di Gilgamesh. Il significato dei sogni è sempre il medesimo: Shamash guarda con ottimo auspicio al successo dell'impresa.






Sulle sabbie del Quarto Vuoto (Oman)




Credo di avere involontariamente invocato Shamash e Syn, poiche' essi sono comparsi all'improvviso nei miei pensieri dall'estate scorsa, e con la leggerezza di chi segue inconsapevole un percorso gia' tracciato in parte, in autunno mi sono recata presso un tempio nel sud dell'Arabia.



Poi, all'inizio dell'anno ho fatto un sogno significativo e profetico. Shamash ha forse inviato un emissario simbolico, e pur avendo interpretato subito quel sogno, solo ora ne comprendo il significato...




Al tempio di Syn, a Khor Rori (Oman)

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