mercoledì 24 novembre 2010

Buon compleanno






Per fermare il tempo, basta credere di avere sempre quindici anni! Auguri!

martedì 23 novembre 2010

Carovana del Dhofar

Davvero inaspettata questa carovana di cammelli, a centinaia, appena fuori dal villaggio di Mirbat. Questa regione del sud dell'Oman si chiama Dhofar e fino al secolo scorso le carovane trasportavano le merci verso l'omonimo porto, ormai scomparso, molto fiorente nell'antichita' e descritto anche da Marco Polo nel Milione. Si commerciavano soprattutto mirra e incenso, della qualita' omanita piu' pregiata al mondo, che si raccoglie ancora oggi nel deserto e nelle montagne circostanti.


I cammellieri

A dire il vero mirra e incenso si trovano anche nell'area dell'Africa Orientale opposta allo Yemen, a poca distanza da Salalah e in particolare nell'attuale Somaliland, pacifica repubblica che da tempo e' alla ricerca del riconoscimento internazionale. Dalla capitale Hargeysa un ministro locale amico di T. pochi giorni fa estende nuovamente l'invito; barbecue nel deserto con carne di gazzella, i graffiti piu'antichi del mondo e la mirra migliore, molto piu'cara di quella dell'Oman...'



sabato 20 novembre 2010

La conchiglia perfetta



In un tratto di costa nel sud dell’Arabia si trovano le dune bianche della spiaggia di Sadah Beach. La costa brulla e selvaggia e’ ideale per i cercatori di conchiglie, ma quelle che si trovano sulla riva sono una minima parte, bisogna girare tra gli approdi dei pescatori oppure avventurarsi nelle lagune, tra gli scogli, sui fondali.



La maggiorparte della costa non e’ accessibile dalla strada oppure e’ rocciosa. Qualche chilometro piu’ avanti si vedono le falesie di Khor Rori che rappresentano il limite orientale dell’influsso dei monsoni estivi. Solo verso Salalah, a 30 kilometri da questa spiaggia e verso lo Yemen, le spiagge diventano tropicali con sabbia di zucchero a velo, palme da cocco e piantagioni di banani.
Il pomeriggio si trascorre a rincorrere i granchi giganti sulla riva, a costruire fortezze di sabbia oppure a sfidare l’oceano e gli squali per un bagno. L’acqua dell’Oceano Indiano e’calda ma nessuno viene mai a sostare in questa spiaggia, e allora il mare e’ ostile e diffidente e solleva onde minacciose.



Bisogna fare pace, raduno le belle conchiglie raccolte per una foto, gia’ una conchiglia viva e ribelle fugge verso le dune, poi le restituiro’ al mare, ne porto con me appena una paio per la mia collezione. Il mare si calma e regala un accenno di bassa marea, forse gli piace la danza che improvviso sulla riva. Cosi’ offre un dono inatteso che appare dal nulla sulla via del ritorno, al tramonto: abbandonata su una duna ormai lontana dalla spiaggia, una ciprea di notevole grandezza. Sembrava un sasso, forse e’antica, lo smalto e’consumato pero’affiora il disegno maculato, la giro e sorride, com’e’ arrivata li’? Non c’e’dubbio, i djinn del mare hanno esaudito un desiderio.






domenica 14 novembre 2010

40th national Day in Oman n. 1





Il 18 novembre 2010 il Sultanato dell'Oman celebra il 40esimo anno di 'nascita' come nazione ufficiale alla guida di S.M Qaboos bin Said, che tra l'altro festeggera' 70 anni. Per l'intera nazione e per i suoi abitanti e' un momento importante perche' forse mettera' il Paese, - sempre defilato e a basso profilo -, sotto i riflettori delle cronache internazionali.






A Muscat da molte settimane c'e' aria di grandi celebrazioni e le voci si rincorrono su eventi e cerimonie, parate e sfilate varie, leggo dal giornale di ieri che 'la Suprema Commissione per le Celebrazioni della Giornata Nazionale' ha dato istruzioni per decorare le strade da Bait al Barkha roundabout, dove si trova il nuovo Palazzo del Sultano, fino ad al Bustan Palace Hotel, vale a dire una lungo rettilineo di oltre 100 chilometri parallelo al mare, sul quale si affaccia Muscat con i suoi sobborghi a nord. E'vero, gli operai lavorano nei cantieri fino a tarda sera e qualcuno parla di cerimonie con 30 capi di stato invitati, che sembrano saliti (giustamente) a 40.








Quest'anno il giubileo coincide anche con un'importante festa religiosa, Eid el Adha, la festa del sacrificio e il periodo del pellegrinaggio alla Mecca. Domani, giorno di vigilia, i musulmani osserveranno una giornata di digiuno, pero' lo spirito religioso sembra passare in secondo piano...


La vera storia del Sultano e' sempre avvolta da aloni di mistero, ma in fondo agli omaniti un po' loffi non importa nulla di tante voci. Per loro, pacifici e un po' debosciati, contano i fatti, e quando ne parlano in inglese lo chiamano 'our ruler'. Come ogni anno, debiti azzerati in banca, emolumenti per i cittadini, stipendi e ferie raddoppiati per gli statali, (anche se qualche azienda privata si sta adeguando). Le ragazze in ufficio hanno gia' appeso festoni tricolore, bandierine e foto giganti, tanto per non rinunciare ad una gita festosa in cartoleria.





Ma ecco la voce della verita': due piccoli principini di mia conoscenza, nipotini diretti del Sultano, un bel giorno mi comunicano 'lo sai che il Sultano e' andato in prigione?'... e cosi' un nuovo tassello va ad aggiungersi alla biografia, in riferimento al famoso episodio (omesso, dalle fonti ufficiali) legato al rovesciamento dal trono del padre Said bin Taimur. Intanto, molti si chiedono...ma il Sultano ha fratelli? Chi sara'il suo erede? Wikipedia riporta che 'Nel 1976 Qabus ibn Sa‘id ha sposato sua cugina, Kamila, nata nel 1951, figlia di sua altezza Sayyid Tariq ibn Taymur, ma il matrimonio è terminato con un divorzio. Non ha avuto figli. In Oman, si dice che sia omosessuale, ma ciò non ha diminuito la stima nei suoi confronti, sia come musulmano, sia come monarca.'


Avrei qualche altra notizia, ma intanto aspetto che trascorra questa settimana. Sara' decisamente un lungo periodo di festa, mi piace l'atmosfera di semplice allegria, perche'no, la vita e' adesso, anche se martedi' saro' in viaggio verso sud...




venerdì 12 novembre 2010

Bryan Adams in Muscat



Allora e' vero! 18 dicembre, sono prontissima! Avevo bisogno di adrenalina! Cantero' a sfinimento le sue canzoni che adoro da sempre e pero' ci andro' da sola, eh gia', T. ha annunciato che non e' abbastanza fan per aggregarsi, e inoltre saro' appena rientrata dall'Italia con la mia mamma (e se ci porto lei?) mica puo' rimanere a casa sola!
Nell'attesa dedico a tutte le super fans come me "Run to you', su questa canzone ho bellissimi ricordi di teen ager...

martedì 9 novembre 2010

Danza Tannoura


Nella danza eterea e spirituale dei dervisci sufi si dice che essi riescano, ad un certo punto, a sollevarsi da terra...mi sono ricordata pero’ di una notevole somiglianza con la danza folclorica egiziana della Tannoura, e fra le due discipline ho scoperto un legame.

Nella danza Tannoura gli uomini ruotano a velocita’ vorticosa formando un cerchio intorno ad un solista. Gli abiti sono riccamente decorati, in particolare le gonne a spicchi dai colori sgargianti che si sollevano una dopo l'altra o si aprono come una mongolfiera...durante la danza il dervish compie giochi di prestigio e illusioni ottiche giocando con tamburelli colorati che tiene in equilibrio sul capo o tra le braccia e si sfila le molteplici gonne colorate. Il potere della danza e’ tale che anche il pubblico entra in uno stato di trance provocato dal movimento del danzatore.

Ho potuto ammirare la Tannoura durante un festival della danza al Cairo, ma l’esibizione piu’spettacolare la ricordo nel deserto del Sinai. Era un intrattenimento per i turisti di Sharm el Sheikh e lo spettacolo si svolgeva in un setting suggestivo, una radura sabbiosa tra le rocce del deserto illuminate da centinaia di torce.

Tutto cio’ che proviene dall’Egitto e’profondamente legato alla terra, sanguigno, vivo e solare. Il derwish che danzava nel deserto emanava un’ energia indescrivibile. Ruoto’ senza interruzione, completamente in trance per oltre venti minuti e poi comincio’ a sfilarsi il turbante bianco annodato come un serpente intorno al capo, liberando i capelli neri, lunghissimi. Infine levo’ le braccia in aria con gesto teatrale e si fermo’ di colpo, con un grido selvaggio, battendo gli stivali di pelle nera sui tavolacci di legno. Non si sarebbe mai sollevato da terra, alla quale era intensamente radicato, e non escludo che per danzare cosi’ avesse in corpo una discreta dose di hashish.




Tannoura significa ‘gonna’ e i danzatori piu’ispirati sono effettivamente sufi di qualche confraternita egiziana, ma e’molto difficile reperire informazioni su questi gruppi religiosi in Egitto. La similitudine fra le due danze conferma il legame con l’impero ottomano, del quale il Regno d’Egitto ha fatto parte fino al 1923. Qui si trova una testimonianza interessante sulla Tannoura: http://www.aletadances.com/tannoura.html

venerdì 5 novembre 2010

Il sentiero Sufi dell'amore


Lunedi sera il teatro era straordinariamente pieno: principesse omanite, dignitari di corte, delegazioni diplomatiche, oltre al pubblico fedele e appassionato degli expat residenti di infinite nazionalita', questa volta piu'numeroso del solito, e poi tantissimi omaniti; ragazzi, giovani coppie, famiglie con bambini, tutti richiamati dallo spettacolo di musica e danza sacra 'The Sufi Path of Love' del gruppo Al Kindi Ensemble, formato da musicisti e cantanti originari della Turchia e della Siria, e da un gruppo di otto dervisci provenienti da Istambul, Damasco e Aleppo.

L'atmosfera era mistica, spirituale, con brani antichi di epoca medievale alternati a composizioni contemporanee, e poi canti di preghiera e la recita cantata del Corano. I dervisci hanno eseguito piu' volte la loro danza rotante, entrando in scena con un rituale di saluti complesso e commovente. Gia' concentrati e silenziosi, erano immersi in uno stato di trance come sacerdoti umilissimi e devoti. Il capo reclinato da un lato con un lungo cappello di feltro, ruotavano sempre piu'veloci muovendo le braccia con gesti simbolici e ripetitivi, incrociate sul petto, appoggiate sulle spalle come vele, oppure aperte e abbandonate come ali. Infine con un braccio alzato e l'indice puntato verso l'alto quando la liturgia ripeteva 'la ilah ella Allah', un suono liquido e ipnotico che significa 'non c'e' dio tranne Dio'. Molti tra il pubblico bisibigliavano e partecipavano alla preghiera.
La danza terminava quando il cantante batteva un colpo secco con il piede sul pavimento.

Questa danza fu fondata in Turchia da un imam poeta di origine persiana, di nome Jalāl al-Dīn Rūmī, come una forma di preghiera e di elevazione spirituale, adottata anche dalle confraternite Sufi. Davvero una serata di pura armonia.