giovedì 12 aprile 2012

'Il gentiluomo' di Al Hamra


Il villaggio di Al Hamra si arrampica su certe montagne brulle proprio ai piedi della cima piu' alta dell' Oman, Jebel Shams, che supera i 3000 metri. E' un villaggio pittoresco e unico nel suo genere perche' le case sono costruite con architettura yemenita, da mattoni di fango che salgono fino a due tre piani, come condomini dalle finestre piccolissime. Il villaggio sembra abbandonato ma i panni stesi ad asciugare al sole rivelano la presenza degli abitanti e mentre cammino tra i vicoli alcuni bimbi mi chiamano dalle finestre e salutano con le manine. Il villaggio e' una nuova scoperta del turismo locale, in un piazzale vedo diversi fuoristrada bianchi, quelli delle agenzie che accompagnano i turisti in safari.



Alcune case sono state trasformate in musei visitabili ed i loro proprietari, che magari si sono trasferiti altrove, invitano gli ospiti all' interno. E infatti ci accomodiamo in un uno spazioso majlis (soggiorno) sui tappeti, c'e'una tavolata di caffe' e datteri, le donne ci preparano il pane caldo e croccante. Ai piedi del villaggio l'oasi e' pulita e ben curata con i sentieri ben spazzati e i canali per l'acqua, fatti ancora di fango, sono ben curati.

Mi fermo per fotografare un simpatico forte in miniatura quando un ragazzo viene incontro a salutarmi e mi invita ad entrare nella sua casa museo. Non ho molto tempo ma accetto di scambiare due chiacchiere; 'Ciao, mi chiamo Suleyman, oh, ma sei di Muscat!' 'Si, lavoro a Qurum, e tu?' 'Anch'io lavoro a Muscat!' , 'Quindi trascorri i fine settimana qui...', 'Si, rientro il mercoledi' sera e riparto il sabato mattina alle sei, lavoro al ministero della sanita'. Abito a Ruwi ma lavoro in Al Khuwair...'


Gli omaniti non conoscono lo stress ma sono sempre stanchi, pero' se c'e' da guidare ore e ore nel traffico o nel deserto non si tirano indietro, anzi, e' la loro ragione di vita. Suleyman mi lascia il suo biglietto da visita. 'Chiamami quando sei a Muscat, mi fai una chiamata persa e io ti richiamo'...Scatto qualche foto, saluto Suleyman e rientro in macchina pensando...

Spiritose queste avances, - a parte la differenza d'eta' -, chi mai direbbe che in un villaggio di fango, sperduto nel deserto d'Arabia si possa trovare un 'discreto gentiluomo' che non fa domande, non impegna e lascia scivolare le cose cosi', con leggerezza ed eleganza?

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