mercoledì 18 agosto 2010

Le tre Dee dell'Arabia

Tempio di al - Uzza, a Petra (Giordania)
L'antica Arabia preislamica ci regala infiniti tesori, molti dei quali ancora da scoprire, e miti e leggende meravigliose come quella legata al culto delle tre divinita' femminili Allat, Manat e al-Uzza, sicuramente note alle danzatrici piu' sensibili e ispirate.

Prima c’era e poi non c’era…C’era un tempo molto molto lontano…C’era, in un tempo molto molto lontano, una Terra meravigliosa, con una profonda cultura matrifocale, pacifica ed armoniosa.
In questa Terra le divinità non avevano sembianze umane. Non avevano volto. Le Dee e gli Dei erano nella natura. Erano la natura stessa. Respiravano nel vento ed ardevano nel fuoco, nascevano e morivano come la Terra ad ogni stagione, brillavano come la luna ed il sole nel cielo e l’orbita celeste era il loro manto.
Queste potenti forze, vive e vibranti, venivano celebrate sui monti più alti e nelle radure più vaste. Nessun tempio poteva contenerle. Erano in ogni cosa. In questa terra feconda e desertica che fu, e che è, l’Arabia, tali erano gli Dei. E tra essi una triade di Dee spiccava scintillante e benevola. Tre entità potenti. Tre nobili Gru. Al-Lat, Al-Uzza e Menat.


In un santuario tra gli alberi di acacia, a Sud della Mecca, veniva venerata Al-Uzza, sottoforma di sorgente. Lei, il cui nome significa “La possente”, era la stella del mattino, la Dea deserto indomita ed indomabile. Un pietra nera, smussata, rappresentava la sua energica e benefica essenza.

Al-Lat è semplicemente “La Dea”. Il suo culto abbracciò aree molto vaste. Infatti si possono trovare tracce di Al-Lat anche in altre culture. Era Allatu presso i babilonesi, Allatum tra gli Accadi ed Elat tra fenici e cartaginesi. Forse, come luna infera, arrivò fino in Grecia col nome di Ellotis, Dea venerata con culti orgiastici. Tuttavia Erodoto paragona Al-Lat ad Afrodite. Nel mondo Arabo Al-Lat era la terra nella sua interezza. Era carica di frutti, feconda, ricca di doni. Era venerata ad At Tàif, sempre nei pressi della Mecca, ed una pietra bianca era destinata a simboleggiarla. Le donne, care ad Al-Lat, comparivano nude davanti alla sacra pietra, girandole intorno, pregando la Dea che esaudisse le loro richieste. Essa era incrollabile, inamovibile e su di lei venivano pronunciati i giuramenti più solenni: “Per il sale e per il fuoco e per Al-Lat che è la più grande di tutti”.

Infine Menat veniva venerata sulla strada tra la Mecca e Medina, anch’essa sottoforma di una pietra nera. Menat è la forza del fato, forse una rappresentazione della morte e probabilmente è la più antica di queste divinità. Tre Dee, una stessa forza muliebre. Tre sublimi gru. L’antica triade del deserto...

in giro per Muscat

Qui si puo' trovare il testo originale e completo:

http://grottadellasibilla.splinder.com/post/22732025/al-lat-al-uzza-menat-la-triade-del-deserto
La leggenda lascia spazio alla storia che documenta la distruzione degli idoli con la rivelazione dell' Islam. Al Lat, Manat e Al Uzza erano adorate dalle tribu' Quraysh e da innumerevoli tribu' dell'Arabia del Sud. I loro simboli erano incisi su pietre o oggetti votivi e tratti dalle forze della Natura che esse rappresentavano, e solo in epoca ellenistica compariranno statue che le raffigurano, visibili ancora oggi tra le divinita' dei Nabatei nei templi di Petra.

Gli Arabi le chiamavano 'figlie di Allah' - al-Lāh o Allāh (“il Dio”) - , poiche' questo era il nome di una divinita' piu' potente delle altre. Il Corano narra delle tre Dee attraverso il Profeta, e la pietra nera della Kaaba, piu' antica dell'Islam, e' adorata ancora oggi dai pellegrini di tutto il mondo. I rituali sono rimasti gli stessi dei culti dell' Arabia piu' remota, proprio quelli dedicati alle divinita' femminili.

Appena fuori Muscat

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