sabato 1 ottobre 2011

Bibi Maryam e il mausoleo di corallo





'' Qalhat, vicino a Tiwi, era una delle piu'antiche citta' portuali dell'Oman, ma oggi rimane solo qualche traccia delle sue mura e un mausoleo in rovina nei pressi della strada. Si crede che qui sia sepolta Bibi Maryam una nobile e devota donna della citta'. L'antica grandezza della sepoltura riflette le sue virtu', l' edificio infatti aveva una cupola interna coperta da splendide maioliche dipinte.


Quanto un violento terremoto distrusse la citta' il mausoleo rimase in piedi. Tutti credettero che Dio avesse detto agli angeli di proteggere il riposo eterno di Bibi Maryam.''


(Omani Folk Tales, traduzione di K.)






Qalhat era una prospera citta' portuale del XIII secolo situata sulla costa del Mare Arabico tra Muscat e Sur, piu'a sud. Tra il 1300 e il 1507 Hormuz e Qalhat furono le piu' ricche citta' dello stretto. Marco Polo vi fece scalo al suo ritorno dalla Cina e la descrisse nel Milione come un grande luogo di scambio di merci indiane e di cavalli arabi. Anche Ibn Battuta, il grande viaggiatore dell'Islam, fece scalo a Qalhat nel 1330.


Oltre al terremoto la distruzione di Qalhat termino'nel 1507 per opera dei saccheggi dei Portoghesi e scomparve del tutto.



Il mausoleo di Bibi Maryam e' proprio cio' che rimane di Qalhat oltre a qualche traccia di mura. Ci tenevo molto a visitare questo luogo. Un tempo il mausoleo era ricoperto da ceramiche azzurre, ne trovo un frammento a terra, piccoli fiori blu sullo sfondo bianco.
Ora sono in corso opere di restauro e non si puo’ entrare all'interno dell’edificio chiuso da grate nere; non si potrebbe nemmeno accedere all’area, sbarrata alle auto, ma sono giunta fin qui motivata ed ignoro il divieto.
Le pareti con decori e architetture islamici sono in parte ancora ricoperte da intonaco liscio. Le mura nude invece rivelano che il mausoleo e’stato costruito con blocchi di corallo pietrificato. Qua’ e la' sono incastonate conchiglie e schegge di madreperla.

Un tempo in Oman i viaggiatori usavano lasciare all’interno dei santuari una ciotola di chicchi di caffe’ come gentilezza per il prossimo pellegrino che avrebbe potuto ristorarsi accanto al fuoco.

Sui parapetti in pietra ai lati dell’ingresso scopro un tenero omaggio: granelli di mirra che forse qualcuno ha lasciato per devozione. Ne trovo anche a terra, accanto ad un sepolcro minore protetto da una grata, sul retro della tomba. Siamo in cima ad una collina, ai piedi dei Monti Hajar Orientali, eppure sul terreno appare per incanto una bella conchiglia ciprea, forse li’ da secoli. La raccolgo per deporla dietro al cancello, come offerta per Bibi Maryam assieme ad una preghiera. Siamo rimasti presso il mausoleo forse piu’ di un’ora in sua compagnia.


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