sabato 7 luglio 2012
martedì 26 giugno 2012
La frutta magica di Jebel Akhdar
Una sera mi sono recata nuovamente al souk per fare degli
acquisti, questa volta in compagnia di un’amica, precisamente la moglie di un collega canadese. Lei e’ colombiana, una fanciulla
di cristallo che sembra uscita da un libro di fiabe.
Sulla via del
ritorno, lungo la Corniche nei pressi della moschea sciita vediamo un anziano omanita seduto a terra, simile a quello della foto, con le sue
mercanzie di frutta e verdure. Un cesto
di datteri freschi, un secchiello di piccoli manghi verdi da cuocere, qualche
misteriosa erba curativa ed un grande vassoio di peltro pieno di minuscole bacche
scure, fresche, mai viste prima.
Ci avviciniamo incuriosite e lui si alza e ci viene incontro
in modo burbero: ‘’ cinque real al chilo’’.
Non ho alcuna intenzione di acquistarli cosi’ cari, perche’ non so cosa
siano questi fruttini ne’ cosa potrei farne,
tento almeno di ricavare qualche notizia; ‘’ Vengono dal tuo giardino? Che cosa
sono?’’ Lui allora ci offre qualche
fruttino e ripete “Jebel Akhdar! “ All’
assaggio, sono dolcissimi. Alla vista sembrano mirtilli ma il sapore e la
presenza di un nocciolino ricordano le
ciliege. Ringraziamo, restiamo li’ a degustare e infine ci allontaniamo dal
vecchio djnn della Montagna Verde. “‘ Forse abbiamo mangiato dei frutti magici,
stiamo a vedere “ .
Da quella sera molte cose sono successe. Esattamente come il
vecchio djinn di Jebel Akhdar aveva
offerto quei frutti, cosi’ altre minime cose
sono arrivate copiose come doni senza
che le avessi previste. Omaggi e regali da parte delle persone piu’ svariate,
messaggi, telefonate, inviti. Eventi infinitesimali, apparentemente invisibili, e che stupiscono per la loro bizzarra
semplicita’ - ‘‘ E’ passata Y. e ha lasciato queste caramelle per te…” - ma
che ordinate in fila una dietro l’altro rappresentano forse le tappe di una caccia al tesoro.
Ho scoperto in seguito che i fruttini potrebbero essere ‘acai’
, bacche tropicali effettivamente coltivate tra i pendii di Jebel Akhdar ma introvabili a Muscat
e dalle quali si ricava un succo
miracoloso…oppure, potrebbero non essere
mai esistiti…
domenica 24 giugno 2012
Solstizio d'estate
Questa estate in Arabia mi sembra decisamente la piu'calda degli ultimi anni, le temperature girano sempre intorno ai cinquanta gradi e ormai ce ne siamo fatti una ragione. Il solstizio d'estate in fondo non ha grande valore a questa latitudine e alcune previsioni annunciano che prima di Ramadan potrebbe arrivare un ciclone tropicale. A Muscat la vita continua per tutti coloro che sono comunque impegnati sul lavoro, salvo un tuffo in piscina in pausa pranzo oppure la sera, quando non c'e' quasi nessuno e la piscina e' tutta per me.
Cielo di Muscat al solstizio d'estate |
mercoledì 20 giugno 2012
On n'est pas n'importe qui
On n'est pas n'importe qui
Quand tu rencontres un arbre dans la
rue,
dis-lui bonjour sans attendre qu'il te salue. C'est
distrait, les
arbres.
Si c'est un vieux, dis-lui « Monsieur». De toute
façon, appelle-le
par son nom: Chêne, Bouleau,
Sapin, Tilleul... Il y sera sensible.
Au
besoin aide-le à traverser. Les arbres, ça
n'est pas encore habitué à toutes
ces autos.
Même chose avec les fleurs, les oiseaux, les
poissons:
appelle-les par leur nom de famille.
On n'est pas n'importe qui ! Si tu veux
être tout
à fait gentil, dis « Madame la Rose» à l'églantine;
on oublie un
peu trop qu'elle y a droit.
Jean Rousselot,1995
lunedì 11 giugno 2012
Bent al Shalabyia, Fayrouz
Bent al Shalabyia
The Shalabi girl She has honey eyes I love you from the bottom of my heart Oh sweetheart, you are everything to me |
You are my eyes
Under the arches
My love is waiting
It wasn't easy for me to let you down, my love
You appear in the distance and my heart is wounded
Past days are in my thoughts
My love is waiting
It wasn't easy for me to let you down, my love
You appear in the distance and my heart is wounded
Past days are in my thoughts
Under the pomegranate tree
My love spoke to me
Sang me songs and flirted with me
My love spoke to me
Sang me songs and flirted with me
venerdì 8 giugno 2012
venerdì 1 giugno 2012
L'esercizio delle stelle cadenti
Poche sere fa stavo chiacchierando con alcuni conoscenti quando all'improvviso da dietro i vetri vedo nel cielo una stella filante. Se ne vedono molte qui nel deserto, tanto e' vero che un'amica ingegnere mi ha confermato che l'Oman e' tra i paesi al mondo che detiene la piu'alta percentuale di meteoriti che cadono al suolo, alimentando il turismo di esploratori e collezionisti. In citta', a Muscat, a causa dell'inquinamento luminoso gli avvistamenti di meteore sono meno frequenti, ma comunque si vedono. Ma quella stella avvistata appena sopra Qurum sembrava non spegnersi mai. Brillava intensamente e percorreva il cielo con lentezza, per una inaspettata e interminabile sequenza di attimi, davvero lentamente, tanto da farmi credere che si sarebbe visto il lampo di un eventuale impatto sulle cime di Qurum. Del tutto rapita dalla stella non prestai piu' attenzione ad Ahmad che parlava, parlava...
Si dice che ad ogni stella avvistata si possa esprimere un desiderio, ma nella rare occasioni d'avvistamento la sorpresa e'cosi' veloce da farci esprimere un desiderio altrettanto rapido e superficiale, il primo che capita, senza volerlo veramente, per poi dimenticarlo un attimo dopo: mangiare sempre cioccolata fondente, poter sempre rincorrere i gatti... E' un gioco innocente che stimola la nostra prontezza, tanto virtuale quanto effimero nelle sue conseguenze.
Ma quella stella passava cosi'lenta...e se invece, applicandomi, mi giocassi veramente un desiderio?
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