venerdì 19 giugno 2009

Giornata mondiale del rifugiato - 20 giugno

La Convenzione di Ginevra (art. 1A,1951) descrive come rifugiato colui che 'temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalita', appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal Paese di cui e' cittadino e non puo' o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese..."Nella sua lungimiranza la Convenzione ha esteso l'orizzonte ed ha 'plasmato' qualcosa che gia' esisteva (per esempio 'i passaporti Nansen').

Nel tempo gli stati contraenti si sono impegnati a recepire la convenzione all'interno della loro normativa, e tuttavia la materia e' complessa; non siamo purtroppo di fronte ad una scienza esatta, e il diritto di asilo non e' una esclusiva di coloro che provengono da quei Paesi che noi crediamo 'poveri', nel senso che non viene predefinita alcuna specifica appartenenza geografica. In Italia non esiste una vera legge sull'asilo ma una serie di strumenti che vanno dal testo unico sull'immigrazione ai vari DPR e alle direttive europee, e che si sono susseguiti nello sforzo, per tentativi, di dare risposte al tema del diritto di asilo: con le protezioni umanitarie e sussidiarie, con la verifica degli asili strumentali ecc... - si possono vedere i siti di ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e del CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati).


Le linee guida per la valutazione delle richieste di riconoscimento dello status di rifugiato della commissione nazionale per il diritto di asilo riportano che 'la Convenzione di Ginevra non prevede che gli stati firmatari concedano lo status di rifugiato a coloro che abbandonano il loro Paese di origine in seguito a conflitti armati nazionali o internazionali', e che ' la situazione di generale insicurezza del Paese di origine del richiedente asilo non costituisce di per se' sola motivo per il riconoscimento dello status di rifugiato, ma e' necessaria invece la sussistenza di un fondato pericolo di persecuzione diretta e personale'.

Gia', e' proprio su questa condizione che ruota l'immenso lavoro di tutti coloro che sono coinvolti : infiniti colloqui e interviste strazianti, ricerche, il medico legale per i referti delle torture, documenti, memorie, traduzioni, telefonate di speranza, contatti, lettere, battaglie, la rete di solidarieta', ci si appiglia a qualunque cosa, fino al giorno dell'intervista in commissione, e poi l'attesa, la speranza, l'esito, i ricorsi, gli appelli, il successo, la riconoscenza inaspettata, ognuno come puo' e poi ciascuno per la sua strada, e altri verranno ancora.

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