mercoledì 28 marzo 2012

De Imaginibus parte 2



De Imaginibus di Thabit bin Qurra e’ un denso trattato di astronomia dedicato alla creazione di talismani astrologici e statuine talismaniche. Non e’ pero’ un testo per principianti, poiche’ prevede che il lettore abbia gia’una profonda conoscenza di temi astrali, tabelle astrologiche e movimenti degli astri. Senza questo compendio il testo e’ del tutto inutilizzabile. Thabit non descrive le tecniche per creare i charts, le immagini, poiche’ esse erano conoscenze comuni nell’antica Baghdad, tra la setta dei Sapienti e studiosi di esoterismo in quel nono secolo.
Potrebbero essere migliaia le combinazioni, e non vi sono che pochi esempi mentre il testo e’ piu’ orientato ad individuare il periodo astrale adatto per ogni talismano.
E dunque...i talismani di bin Qurra servirebbero per guadagnare denaro, per conquistare un amante, per distruggere una citta’... De Imaginibus e’ uno dei pochi esempi della complessita’ di un’arte antica, ora perduta, volta ad ottenere benefici dagli influssi che gli astri, elementi di creazione divina, esercitano sugli uomini. Thabit bin Qurra era allora un mago. La sua arte magica, codificata, ispiro' altri testi magici della cultura araba antica, quelli che cerco per creare, chissa', il mio grimorio personale...


'Whoever studies Philosophy and Geometry and all other sciences

and is stranger to Astrology will be hindered or obstructed,

because the most valuable Geometry and highest Philosophy is the science of Images'

(Thabit bin Qurra, De Imaginibus.)


martedì 27 marzo 2012

De Imaginibus parte 1




Nel corso del secolo IX nella citta’ Baghdad viveva il dotto matematico e astronomo assiro Thabit Ibn Qurra. Egli era originario di Harran, una citta’ della Mesopotamia, ed apparteneva ad una setta di Sapienti che da secoli si dedicava allo studio della medicina, delle discipline esoteriche, della filosofia e dell’astronomia. I dotti di Harran compilarono un numero impressionante di traduzioni in arabo di antichi testi greci: Archimede, Euclide, Tolomeo , poiche’ conoscevano il greco antico, ed aprirono la strada a nuove scoperte e teorie matematiche.

Presso Bayt al Hikam, la Casa della Saggezza , protetto dal califfo di Baghdad, Tebit - questo e’ il suo nome in latino - svolse ricerche di matematica e astronomia che ancora oggi sono alla base degli studi contemporanei. Nei secoli successivi questo meraviglioso patrimonio raggiunse la citta’ di Toledo.
... Toledo era stata uno dei capoluoghi del Califfato di Cordova ed era rimasta una capitale multietnica. I suoi governanti protessero la grande colonia ebraica e mantennero questa città come un centro importante per la cultura araba ed ebraica. La città era piena di biblioteche e manoscritti ed era l'unico luogo in Europa nel quale un cristiano poteva immergersi completamente nella lingua e nella cultura arabe...


A Toledo, nel secolo XII si trasferi’ l’erudito Gherardo da Cremona, il quale apprese la lingua araba e dedicò il resto della propria vita a tradurre in latino gli scritti di letteratura scientifica redatti in arabo.
In base alla mia ricostruzione fu Gerardo da Cremona a tradurre le opere di Thabit bin Qurra, e fra queste anche un compendio di astronomia conosciuto come De Imaginibus attraverso la sua traduzione latina. Ma...che cosa contiene di intrigante, almeno ai miei occhi, quel testo?

giovedì 22 marzo 2012

Qays e Layla



La fortezza di Nizwa


Gli amici omaniti mi hanno parlato di un poema antico, di epoca preislamica, che narra l'amore del giovane beduino Qays per la bella Layla. Qays compose una poesia in onore della sua amata, e sebbene corrisposto, non pote' mai sposare Layla, poiche' le leggi tribali dell'onore impedirono le nozze. Layla sposo' un altro uomo e lascio' la tribu' partendo per l'Iraq. Qays, disperato, perse la testa vagando nel deserto e infine mori' d'amore, dopo aver appreso la notizia della morte di Layla.



كعصفورةٍ في كف طفلٍٍ يزمـهاتذوق حياض الموت، والطفل يلعبولا الطفل ذو عقلٍ يرق لما بهاولا الطير ذو ريشٍ يطير فيذهب


Je suis comme un oiseau dans les mains d'un enfant qui le pressure

L'oiseau est en agonie et l'enfant s'en amuse

L'enfant est tellement insensé pour compatir

Et l'oiseau est dépourvu de plumes pour pouvoir s'enfuir





sabato 17 marzo 2012

Passeggiata nell'oasi

Gli abitanti dei villaggi del deserto mantengono sempre in ordine i falaj, i canali d'irrigazione, per lasciare scorrere l' acqua nell'oasi tra le palme, e coltivare foraggio ed erba medica per gli animali, ortaggi e qualche frutto.

sabato 10 marzo 2012

sabato 3 marzo 2012

Un po' a Dubai



Il quartiere di Bastakia e' il luogo perfetto per una passeggiata romantica a Dubai, fra silenziosi vicoli come in un borgo medievale. Qui si trovano le vecchie case dei mercanti persiani, con le torri del vento, e poi frammenti di vecchie mura della citta', atelier e piccole moschee. I vicoli sono deserti, l'aria e' soffocante per una magica tempesta di sabbia che ricopre la citta' e fa scomparire le sue torri piu'alte...




sabato 25 febbraio 2012

Bimmah sinkhole, Oman






Ad un paio d'ore di macchina da Muscat, in direzione Sur, si trova questo luogo molto popolare fra i turisti, una misteriosa dolina situata in zona desertica a poche centinaia di metri dalla costa. Il mistero consiste nel fatto che i geologi non hanno risposte precise sulla natura di questa voragine: c'e' chi sostiene la teoria di uno sprofondamento naturale del terreno, altri parlano di qualche meteorite precipitato, mentre gli abitanti locali chiamano il luogo la casa del diavolo. Sul fondo della dolina si trova una piscina naturale di acqua dolce mista ad acqua di mare e sembra che esista un tunnel sotterraneo che collega il bacino al mare, poco lontano.

Attorno al cratere e' stato allestito un bel parco pubblico ombreggiato tanto per rendere fruibile l'area, situata nel mezzo di un arido terreno desertico e roccioso. Non e' l'unico sinkhole dell'Oman, ma e' uno dei piu' grandi e spaventosi del mondo, dalle profondita' non esattamente accertate. Eccomi sul fondo della dolina per dare un' idea delle dimensioni del luogo, non ho paura di nulla, nemmeno di andare a casa del diavolo!



Ho gia' visitato diverse volte Bimmah Sinkhole ma ne parlo solo ora perche' nei giorni scorsi ho assistito alla presentazione di un progetto turistico di sviluppo dell'area.

In un breve video di pochi minuti con animazione ho notato tante di quelle strutture di cemento pronte a devastare il fragile e quasi invisibile ecosistema, da fare rabbrividire. Ogni minima struttura sembrava finalizzata a parcellare, frammetare, suddividere, limitare ecc... ma il deserto non puo' avere confini non naturali! La dolina era stata ingabbiata in un anello metallico circolare, forse un parapetto, dal quale si dipartivano orrendi bracci a torciglione che scendevano verso il fondo, producendo una visuale inquinata, da qualunque angolazione. Al momento non ho elementi sufficienti per approfondire il tema, pero' mi chiedo quale senso abbia tutto cio'. La natura deve essere tutelata anche nel suo aspetto piu' selvaggio, ad essa ci si deve avvicinare con rispetto, in punta di piedi. Molti siti web sostengono che Bimmah Sinkhole e' stato trasformato in una trappola per turisti; non ancora, a mio avviso, per quello che ho potuto vedere, ma mettiamola cosi': arrivare 'a casa del diavolo' per scoprire che c'e' gia' un resort a cinque stelle potrebbe far girare i tacchi a piu' di qualcuno, e considerata la qualita'del bacino d'utenza turistico al quale il ministero locale si rivolge (essenzialmente nord Europa), credo che il Sultanato dell'Oman non se lo possa permettere. Per il momento si puo'cercare di confidare pero' nella saggezza del sultano e dei suoi consiglieri piu'illuminati e in una serie di circostanze fortunate: negli ultimi due anni alcuni progetti turistici a mio avviso devastanti per impatto ambientale sono stati cancellati. Penso a Yitti, che e' rimasto il villaggio di pescatori che avevo visitato quando ancora era raggiungibile solo da Ruwi, con piu' capre che anime. Molti dei siti naturali di attrazione turistica dell'Oman si trovano spesso in luoghi impervi, disabitati e difficilmente raggiungibili. Non sono appetibili per i grandi resorts ma potrebbero piuttosto incentivare i piccoli progetti di microeconomia locale.