martedì 3 marzo 2009

Hyderabad Biryani


Questa ricetta di origine indiana a base di carne e riso speziato e’una delle pietanze piu’comuni e diffuse in Oman, soprattutto nella cucina casalinga. Perche’ da sempre il Sultanato ospita una notevole percentuale di stranieri, ‘expatriats’, noi inclusi, al punto che oggi essi formano oltre il cinquanta per cento della popolazione del Paese (poco inferiore ai tre milioni). Provengono in gran parte da India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e nessuno di loro parla l’arabo. Ogni giorno si arriva e si parte per Jaipur, Calicut, Kochin e Trivandrum, oppure Karachi e Chittagong. In India si parla hindi al nord e poi gujarati, malayalam, telgu. Chi viene dal Punjab non puo’comunicare con il suo connazionale keralita, ed ecco l’inglese come lingua franca. A Muscat ci sono scuole private, club associativi, cinema, templi hindu e chiese cattoliche, protestanti, battiste. Le comunitá sono molto attive e creative nelle attivitá sociali - danza, cucina, musica e yoga - e fortemente legate alle tradizioni e alla cultura d’origine.
Incoerenti e contraddittori, mentre gli omaniti fanno i tassisti e i cassieri nei supermercati per decreto, gli expats indiani sono soprattutto dirigenti aziendali, funzionari di banca, contabili. A volte per lavorare a Muscat e’ sufficiente chiamarsi Gopal, o Kumar. O forse necessario. Da un villaggio nella giungla, senza meriti ne’virtu’ si diventa presto Chief Executive Officer Middle East, la carica piu’ ambita, con risultati spesso devastanti. In Oman piace cosi’. Il tema e’ impegnativo, complesso e non privo di ombre; meglio andare, per ora, in punta di piedi.

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