mercoledì 30 settembre 2009

Tsunami

Apprendo che uno spaventoso tsunami ha travolto gli arcipelaghi del Pacifico, e affiora con distacco il mio ricordo. Il 26 dicembre del 2004 eravamo a Langkawi, una splendida isola della Malesia fra Indonesia e Thailandia. Era circa l'una, sulla spiaggia semivuota in quel momento, sotto una curiosa palma semi immersa nel mare...distesa ad occhi chiusi a rilassarmi quando improvvisamente, come ipnotizzata, una strana energia mi fece alzare in piedi per guardare il mare. Ricordero' per sempre questa sensazione inspiegabile. Vidi in lontananza un' onda bianca, unifome. La osservai a lungo, incuriosita, mentre avanzava, la schiuma bianca non si infrangeva mai, sembrava perfetta per i surfisti, ma non c'era nessuno al largo. Poi l'onda bianca, inarrestabile, comincio' a travolgere il lungo pontile galleggiante trascinandolo verso la riva, e a quel punto d'istinto afferrai la mia roba. I pochi bagnanti in quel momento, coreani e giapponesi, avevano capito, per esperienza, ma loro erano molto piu'indietro di me, piu'al sicuro. Cominciai a correre lungo la spiaggia senza voltarmi verso il sentiero che risaliva, per fortuna, verso la giungla. L'onda era silenziosa, non altissima, con la coda dell'occhio vidi la massa nera e oleosa dietro di me.

Raggiunto senza fiato il promontorio, quando mi girai, la spiaggia non c'era piu'. E poi il sollievo di riabbracciare le persone care, ferite ma salve. Dopo 20 minuti arrivo'una seconda onda. Per molte ore non si capi' cosá fosse accaduto.


Ripensandoci, la natura aveva mandato piccoli segnali: gia' il pomeriggio precedente avevamo incrociato un grosso e raro drago comodo, un lucertolone nero e feroce, che risaliva la boscaglia. Il nostro bungalow era una tipica costruzione malese, una palafitta in legno sospesa lungo la montagna ricoperta dalla vegetazione fitta, e la temperatura era sempre gradevole, ma durante la notte aveva fatto molto caldo, a causa dell'energia liberata dai terremoti. Spesso mi svegliavo all'alba per sedermi sul terrazzo a bere un te', e scrutare la giungla, e per ascoltare il fracasso di uccelli e insetti che cantavano tra gli alberi altissimi, o avvistare animali, scimmie, scoiattoli volanti. Ma quella mattina il silenzio era assoluto, nessun fruscio perche'gli animali avevano capito che qualcosa stava per succedere. Per scacciare le ombre, una foto in versione 'tanjung', in sarong batik di seta arancio, il mio colore preferito e portafortuna.


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